Il sindaco Di Meo risponde alle accuse della Confesercenti

di Redazione

Luciano Di MeoSESSA AURUNCA. “Puntuale, in agosto, il presidente della Confesercenti, Alberto Sullo, dopo un intero anno dedicato ai suoi conti e alle sue pratiche, ha riproposto lo stesso attacco che, da oltre trent’anni, lancia per darsi un tono e una dimostrazione di esistenza”.

Lo afferma il sindaco di Sessa Aurunca, Luciano Di Meo (nella foto). “O forse, – continua il primo cittadino – Sullo alza la voce sperando che si aprano possibilità di accoglimento di richieste inutili sia al commercio, che alla comunità. Dal 1973, infatti, rappresenta i commercianti e, dunque, lui stesso è una delle cause, la più antica ed inamovibile, dei mali che a suo modo vorrebbe denunciare. In quasi quarant’anni, sono passati sindaci, assessori, consiglieri comunali, partiti politici della prima e della seconda Repubblica e il Sullo in questione è rimasto sempre al suo posto, senza avanzare proposte costruttive e senza ‘far niente’, nonostante sia stato consigliere comunale dal 1997 al 2002. Un vero e proprio freno per lo sviluppo. Ogni tentativo di modernizzare il commercio e di aiutare gli operatori del settore a guardare avanti, hanno trovato l’opposizione e l’ostruzionismo del segretario della Confesercenti, criticato dagli stessi commercianti ed attaccato comunque alla sua poltrona. Ad ogni modo, in questi anni, non è mancato il rapporto con ‘i veri’ operatori commerciali, in luogo di una rappresentanza, logora e silente, che non risponde agli inviti e non interviene, quando convocata, a differenza delle altre organizzazioni di categoria. Inoltre, Sullo non si è nemmeno accorto di quello che gli accade intorno, delle popolatissime serate di questa estate, dei turisti che riempiono i locali di Sessa e delle iniziative di promozione culturale che giovano ai commercianti come e più che ai cittadini, grazie al lavoro e all’impegno degli assessori Fusco e Patrone. Ma, forse, Sullo si è scatenato per motivi che non riescono ad essere facilmente comprensibili. E’ dunque lui a doversi dimettere, ed è vergognoso che, senza riflettere, si spinga fino a chiedere la dimissioni del sindaco, non avendo la consapevolezza e la lucidità di analisi della realtà che lo circonda e, soprattutto, arrogandosi la rappresentanza di una intera categoria che, invece, per tanti aspetti, è molto più moderna e produttiva dell’ormai vetusto segretario della Confesercenti”.

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