Commemorazione strage via D’Amelio: divelte statue di Falcone e Borsellino

di Redazione

le statue di Falcone e Borsellino danneggiatePALERMO. Due statue in gesso, raffiguranti Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, sono state danneggiate nella notte tra venerdì e sabato a Palermo.

Realizzate dallo scultore palermitano Tommaso Domina, le statue erano state posizionate venerdì pomeriggio, alla vigilia della strage di via D’Amelio,nella centrale via Libertà, a pochi passi da piazza Politeama, con la scritta “Giovanni e Paolo, due uomini liberi con le loro idee, nel sole, nell’allegria, nell’amicizia, fra la loro gente”. I carabinieri stanno indagando per identificare i responsabili del gesto. Sul postoè intervenuto il personale della sezione investigazioni per i necessari rilievi.

Era il 19 luglio 1992 quando, in via D’Amelio, esplose la bomba che ucciseil giudice Borsellino e gli agenti della sua scorta. L’Associazione nazionale magistratiha organizzato una cerimonia nell’aula magna del Palazzo di Giustizia di Palermo. Un’ovazione ha accolto i magistrati partecipanti, salutati dallo sventolio delle “agende rosse”, divenute ormai il simbolo dei misteri che avvolgono l’eccidio.

DI MATTEO: “BASTA COLLUSIONI TRA MAGISTRATI E POLITICI”. Alla commemorazione hanno particolarmente colpito le forti parole del presidente distrettuale dell’Anm Nino Di Matteo, che ha dichiarato: “Paolo Borsellino era alieno a ogni forma di condizionamento dal potere. Invece oggi bisogna spezzare la catena dei giudici che frequentano i salotti e i circoli e dei magistrati, che vanno a braccetto con la politica per avere benefici come un incarico. Borsellino era un magistrato indipendente. Bisogna trovare la forza di resistere al tarlo sottile della rassegnazione, che rischia di insinuarsi anche nella magistratura”. Di Matteo ha poi ricordato come il magistrato martire avesse “affrontato anche indagini sui colletti bianchi con la stessa determinazione e con lo stesso coraggio, che aveva nelle altre inchieste. Ha denunciato pubblicamente le disattenzioni della politica verso la mafia e ha indicato i cali di tensione nella stessa magistratura”.

INGROIA: “SI VOGLIONO IMBAVAGLIARE I PENTITI”. Nel suo intervento, invece, il procuratore aggiunto di Palermo Antonio Ingroia ha definito Borsellino “un esempio di coraggio e indipendenza”. Facendo poi riferimento al giusto rilievo dato dal giudice ucciso ai collaboratori di giustizia, Ingroia ha polemicamente parlato del caso Spatuzza, affermando: “Quando si nega la protezione a pentiti come Spatuzza, che con le loro dichiarazioni stanno aprendo squarci importanti sulle stragi, si ha l’impressione che si vogliano imbavagliare i collaboratori, quando parlano di cose di cui non si vuole che parlino”. “Non c’è dubbio che vi fu un’accelerazione della strage di via d’Amelio, – ha sottolineato Ingroia – quindi dev’esserci stato un fattore scatenante che ha indotto gli assassini di Borsellino ad accelerare l’esecuzione della strage. Negli ultimi anni ha preso sempre più corpo l’ipotesi che l’accelerazione fosse dovuta al fatto che si era profilato un Borsellino come ostacolo alla trattativa fra rappresentanti dello Stato e gli stragisti di Cosa Nostra. Ci sono una serie di risultanze importanti: la trattativa vi fu e sono certo che, se Borsellino ne avesse saputo, si sarebbe opposto in tutti i modi”.

LE AGENDE ROSSE. L’agenda rossa scomparsa dalla borsa di Borsellino dopo la strage di via D’Amelio è ormai diventata il simbolo del sacrificio del magistrato antimafia, ma anche di tutta una stagione di veleni e misteri, e del sospetto inquietante del coinvolgimento di apparati dello Stato nella strage. E ieri centinaia di agende rosse sventolavano all’ingresso dei magistrati che hanno preso parte alla cerimonia. “È molto confortante che nell’opinione pubblica ci sia questa fiducia nella magistratura – ha commentato il procuratore di Palermo Francesco Messineo – e l’esortazione ad andare avanti per noi è uno stimolo importante. Però non bisogna dimenticare che lavoriamo tra molte difficoltà, sia per mancanza di risorse sia per una legislazione che non sempre ci aiuta o ci agevola nelle indagini”. Messineo, ha ricordato che “sono stati aperti squarci importanti, ma non so se sarà possibile raggiungere la verità, si è parlato di una verità impervia e io sono d’accordo”.

IL PROGRAMMA. La commemorazione di Borsellino durerà tre giorni. Dopo l’assemblea in tribunale, in serata, alla Facoltà di Giurisprudenza di Palermo, il fratello del giudice, Salvatore Borsellino, Ingroia e Di Matteo discuteranno con il pm Roberto Scarpinato e con i giornalisti Sandra Rizza e Giuseppe Lo Bianco di “Sistemi Criminali. Quanto sono ‘deviati’ gli apparati dello Stato?”. Domenica mattina si mette in moto la “Marcia delle Agende Rosse” verso Castello Utveggio e in serata, all’ex cinema Edison, in zona Ballarò, verrà proiettato il film 19 luglio 1992: una strage di Stato. Lunedì, anniversario della strage, dalle otto di mattina, partirà un presidio in via D’Amelio: alle 16.55 un minuto di silenzio ricorderà il magistrato e gli agenti della scorta. L’ultimo saluto sarà infine riservato a Giovanni Falcone, con corteo che partirà alle 18 verso l’albero cresciuto davanti alla casa del magistrato ucciso nel 1991.

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