Si opera al seno: finisce in coma

di Redazione

 CASERTA. Finisce in coma dopo essere stata sottoposta a un intervento al seno ma l’ultima diagnosi dell’ospedale parla di elettroencefalogramma piatto.

Annabella Benincasa, una giovane mamma 35enne di Cava dei Tirreni (Salerno), è da quattro giorni ricoverata nella sala rianimazione dell’Azienda Ospedaliera di Caserta, dopo essersi sottoposta in una clinica privata a un’operazione di mastoplastica additiva.

Il marito della donna, Alessandro Apicella, secondo quanto si é appreso, ha presentato denuncia ai carabinieri al fine di accertare le cause dell’accaduto. La donna avrebbe effettuato l’intervento in una clinica privata che sarebbe priva – ma la circostanza è all’esame proprio dei carabinieri – di sala di rianimazione, quindi non in grado di fare fronte a emergenze in caso di complicazioni. Moglie di un elettrauto di Cava dei Tirreni, dopo avere allattato l’unica figlia, che ha ora cinque anni, Annabella aveva deciso da tempo di migliorare l’aspetto del proprio seno e si era sottoposta all’intervento.

L’ESPERTO: “RISCHI ZERO PER QUESTE OPERAZIONI”. L’aumento del seno è in sé “un intervento chirurgico a rischio mortalità pari a zero”. Lo afferma Nicolò Scuderi, professore di chirurgia plastica e ricostruttiva all’Università La Sapienza di Roma, interpellato, sul caso della paziente in coma a Caserta che si è sottoposta ad un’operazione di questo tipo in una clinica privata. “Possono essere intervenuti fattori non legati all’intervento in sé, come allergie o ipersensibilità all’anestesia oppure fattori da ricondurre alla responsabilità della struttura in cui è avvenuta l’operazione”, spiega l’esperto. Scuderi sottolinea che non in tutte le cliniche private è obbligatorio che sia presente un reparto di rianimazione e neanche sarebbe necessario che ci fosse, perché nella chirurgia plastica “non ci sono percentuali di mortalità: 100 pazienti si operano e 100 sopravvivono”. E’ importante però, secondo Scuderi, che le strutture private “rispettino gli standard del ministero della Salute” e si strutturino in modo tale da poter “ricorrere in tempo breve ad ambulanze attrezzate, in caso di trasferimento dei pazienti in altre strutture, in caso di necessità”. Nel caso della donna ricoverata a Caserta, secondo l’esperto, sarebbe importante capire se l’evento che ha portato al coma si sia verificato prima o dopo l’intervento, che in ogni caso, “come tutti gli interventi chirurgici porta con sé problematiche legate all’attività chirurgica in senso lato” e non direttamente legate alla chirurgia plastica.

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