Caos liste, il Quirinale e l’opposizione dicono no al ddl

di Angela Oliva

CdMROMA. Si terrà tra circa un’ora il Consiglio dei Ministri che discuterà l’ipotesi dell’emanazione di un decreto per cercare di ovviare al caos creato dal rigetto delle liste Pdl nel Lazio e in Lombardia.

Non sarà semplice però trovare una soluzione anche perché lo stesso presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, dopo un’ora di colloquio con il premier Silvio Berlusconi, non ha dato il suo via libera tanto cheil presidente del Consiglio, dopo lariunione a Palazzo Chigi, ha confessato ai suoi colleghi che la riunione “è andata decisamente male”.

Contraria anche l’opposizione che non ammette alcun slittamento del voto, come ha sottolineato il segretario del Pd Pierluigi Bersani: “E’ impensabile uno slittamento del voto e invita governo e maggioranza ad aspettare la decisione degli organi competenti senza utilizzare scorciatoie. Loro governano per cui si facciano carico dei problemi del Paese altrimenti si riposino e vadano a casa. In tutto il Paese – ha spiegato Bersani – sono state escluse delle liste. Non c’è solo il caso lombardo e laziale. Non si può pensare di risolvere un pezzo del problema aprendone uno più ampio. Chi governa deve pensare per il Paese e non per

una lista. Loro stanno governando per cui devono essere all’altezza di questa situazione. Le regole devono essere rispettate. Il centrodestra – ha concluso – non si azzardi a parlare di complotto, perché la situazione che si è venuta a creare in Lombardia e nel Lazio si è verificata non per una incuria ma per le loro divisioni”.

Anche il leader dell’Idv Antonio Di Pietro ha sottolineato la sua contrarietà all’ipotesi di un ddl che sarebbe anticostituzionale: “C’è già una legge che regola le elezioni ed è in corso d’opera un procedimento per l’interpretazione da parte dei giudici ai quali non si può sottrarre la competenza. In realtà – spiega Di Pietro – gli esponenti del Pdl vogliono modificare le leggi a proprio uso e consumo violando la Carta costituzionale e duemila anni di diritto. Gli esponenti del Pdl – aggiunge – sono veri e propri ladri di parole e di facili spot elettorali! Infatti, hanno cominciato coniando il termine processo breve per un provvedimento che, in realtà, è un’impunità breve e, oggi, proseguono con il decreto interpretativo che, in realtà, mira a modificare la legge e risulta anticostituzionale”.

Di tutt’altra opinione il Ministro per la Semplificazione Roberto Calderoli il quale sottolinea che se si dovesse andare al voto senza la presenza delle liste del Pdl in Lombardia e nel Lazio si violerebbe il comma due dell’art. 48 della Costituzione, che tutela la “segretezza del voto e si aprirebbe la strada a un annullamento delle elezioni regionali”.

Intanto si attendono gli esiti dei ricorsi al Tar sia nel Lazio che in Lombardia. E’ fissata per sabato 6 marzo, alle ore 9.30 la camera di consiglio per discutere se concedere o meno la sospensiva del provvedimento di esclusione della lista “Per la Lombardia” di Roberto Formigoni dalle prossime elezioni regionali. Mentre l’udienza sul ricorso della lista di Renata Polverini per le elezioni regionali del Lazio è stata fissata a lunedì.

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