Il “Quiquiri” documenta il degrado del Lago di Falciano

di Redazione

 FALCIANO. E’ ormai pronto il protocollo di intesa tra il comune di Falciano del Massico e la Regione Campania per la nuova denominazione del lago di Falciano, già lago di Carinola.

Sembra che la nuova denominazione sia dedicata al finanziatore e maggiore ispiratore dell’oasi e cioè Bassolino. L’oasi è ormai pronta per l’inaugurazione e sarà la prima nel mondo a rappresentare le bellezze moderne della Campania, ormai note a tutta l’umanità. In anteprima, accompagnati dal direttore dell’oasi naturalistica abbiamo visitato il sito. Il direttore è amico intimo di Bassolino, da cui ha avuto la nomina per i suoi alti meriti scientifici ed accademici, per i quali è stato munificamente finanziato in questi anni.

Avviandoci verso il lago, abbiamo percorso la bellissima strada di accesso, costruita in rigoroso stile Iervolino. Questo stile inconfondibile, altamente artistico, realizzato in tutte le strade del Vomero, consiste nel realizzare lungo tutto il tratto stradale buche di varie dimensioni, alcune profondissime in cui ci si può anche nascondere con tutta la macchina. Ai fianchi, marciapiedi larghissimi per pochi metri che finiscono in un fosso. Ogni fondo rustico, e sono tantissimi, è servito da un ponte di accesso di dimensioni e prezzo enorme, dimensionati per l’accesso ai Tir.

Giunti al lago, siamo subito colpiti dagli eucalipti, semi bruciati ad arte, che fanno bella mostra in mezzo ai frutteti ed ai pioppeti rigogliosi del posto. Sotto ogni albero notiamo le prime bellezze, cumuli di bottiglie di plastica e vetro e variopinte buste di plastica con contenuto volutamente celato, che ci vengono orgogliosamente mostrate dal direttore.

Giunti vicino all’acqua abbiamo potuto ammirare il suo bellissimo colore blu scuro, frutto della felice combinazione di acqua di fogna e melma. Iniziando il giro in senso orario ci ha mostrato le cannucce invecchiate, tra cui beccheggiavano bottiglie di plastica di vari colori che sembravano giocare nell’acqua. Mentre camminavamo, ci spiegava che immergendosi si potevano ammirare, ferme nella melma rosata del fondo, migliaia di bottiglie di varie dimensioni, anche damigiane, bidoni, pezzi di auto, batterie di macchine e, quando il livello dell’acqua lo permette, si intravede il tetto di un intero camion, forse pieno di bidoni di materiale pericoloso. Il direttore si è detto sicuro che sarà in futuro l’attrattiva principale dell’oasi. Tutto l’insieme forma un bellissimo paesaggio che ricorda la periferia di Napoli.

Continuando siamo arrivati alla spiaggetta, denominata “mappatella beach”, in onore di quella di via Caracciolo, e come quella ornata di ogni genere di rifiuti di vario colore. Si continua arrivando all’emissario del lago denominato “Regio Lagno Minor” perché pieno degli stessi reperti che si possono ammirare nei Regi Lagni.

Tornati sui nostri passi, girando in senso antiorario siamo giunti al “Ponte dei Sospiri” da cui si può ammirare una bellissima acqua giallastra che sembra si ottenga da una formula segreta realizzata in una vicina azienda bufalina. E’ stato denominato Ponte dei sospiri perché di là si sospira pensando a quando l’acqua non aveva la bellissima c olorazione attuale.

Continuando, si notano sulla destra dei bellissimi e notevoli cumuli di rifiuti che ricordano le principali città della Campania, su tutti campeggia da un albero una bellissima tabella con la denominazione dell’oasi.

Continuando nel giro il direttore, sempre vantando la bellezza delle bottiglie che ci fanno l’occhiolino tra le cannucce, sulla destra ci mostra una vera opera d’arte unica, un cancello realizzato con una rete di letto matrimoniale, vanto di un artista locale. Più avanti ci fa notare la creazione più bella che si trova nell’oasi , una lunga parete di lamiere che ricorda i campi rom dell’ hinterland napoletano. Mentre torniamo all’auto, ancora con gli occhi estasiati dalle tante bellezze che avevamo ammirato, il direttore ci ha mostrato delle grosse pantegane che numerose giocavano sulla sponda. Ci ha spiegato, con giustificato orgoglio, che erano state catturate alla foce della fognatura che dà nel porto di Napoli e immesse nel lago come attrazione faunistica. Ha confessato che per le loro dimensioni parecchi visitatori le scambiano per lontre, senza sapere che queste non sarebbero in grado di vivere in un posto così particolare.

Finita la visita, ci siamo complimentati per la bellissima e geniale idea e siamo sicuri che appena sarà pubblicizzata l’ oasi sarà meta di migliaia e migliaia di visitatori oltre che interesse delle televisioni di tutto il mondo.

I Falcianesi e tutti gli abitanti del circondario, che sicuramente ne avranno immensi benefici, nutriranno eterna gratitudine nei riguardi del responsabile del’oasi e dell’associazione ambientalista che con lui collabora, e giustamente del loro sponsor, Bassolino.

dal sito www.ilquiquiri.comdi ContrAmbientalista

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