15 marzo 1961, McBride accusa il talidomide: è causa di focomelia

di Redazione

talidomide Accadde Oggi. Sarà il medico australiano, William McBride, a pubblicare il 15 marzo del 1961 un coraggioso articolo nel quale accusa il farmaco talidomide di essere la causa della focomelia in tantissimi neonati.

La parola “focomelia” deriva dal greco è significa letteralmente “arto da foca”. In pratica, si tratta di una malformazione che riguarda arti superiori o inferiori che sono sviluppati solo in parte o sono addirittura del tutto assenti. La malformazione, molto grave, può riguardare un lato od entrambi gli arti. A fine anni ’50-inizi anni ’60 la malattia ebbe un picco che inizialmente era inspiegabile con le mere causalità genetiche. Studi approfonditi, portati avanti dallo stesso McBride, portarono alla luce il ruolo assolutamente nefasto che aveva proprio questo farmaco, la talidomide, all’epoca usato nelle donne in gravidanza, quale farmaco sedativo. Il farmaco era messo in commercio dalla Grunenthla GmbH e si trovava in farmacia come Contergan. Le capacità teratogene del farmaco furono ampiamente riconosciute e denunciate. Fu un vero e proprio scandalo internazionale, che partì proprio da questa coraggiosa denuncia, di certo il primo vero e proprio caso di “farmaco-vigilanza” della medicina moderna che, però, spinse la stessa farmacologia a darsi regole molto più ferree sulla sperimentazione dei farmaci ed il loro uso sull’uomo.

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