Australia, in 500mila per il Papa

di Gennaro Pacilio

Papa Benedetto XVI SYDNEY. 350mila persone all’interno, assieme ad altre 150mila rimaste fuori, hanno accolto all’ippodromo di Randwick, in Australia, la messa conclusiva di Papa Benedetto XVI per la Giornata Mondiale della Gioventù.

Ai ragazzi provenienti da 170 Paesi un appello contro “l’indifferenza”, la “stanchezza spirituale”, il “cieco conformismo allo spirito di questo tempo”. “Siate profeti – ha affermato Ratzinger – e date vita ad una nuova generazione di cristiani per l’edificazione di un mondo in cui la vita sia accolta, rispettata e curata amorevolmente, non respinta o temuta come una minaccia e perciò distrutta, così da potersi opporre al deserto spirituale che nelle nostre società convive con la “prosperità materiale”. Durante la messa il Pontefice ha amministrato la cresima a 24 ragazzi di diverse nazionalità. Si è pregato in tedesco, vietnamita, sudanese, arabo. Il Vangelo è stato portato all’altare mentre alcuni danzatori aborigeni con i gonnellini di paglia ballavano sotto al palco, una struttura di 30 metri per 40 sormontata da una colomba, simbolo dello Spirito Santo. La prossima Giornata Mondiale della Gioventù è in programma a Madrid, in Spagna, nel 2011. “Fino a quel momento – ha detto il Papa proprio nell’annunciare il prossimo appuntamento fra tre anni – preghiamo gli uni per gli altri, e rendiamo davanti al mondo la nostra gioiosa testimonianza a Cristo. Dio vi benedica tutti”.

Ieri Papa Ratzinger aveva condannato la pedofilia nella Chiesa: “I preti pedofili devono essere portati davanti alla giustizia. I loro misfatti sono una vergogna. Condivido il dolore e la sofferenza delle vittime, che devono ricevere compassione e cura”.

Nei giorni scorsi sono giunti a Sydney, da Londra, i genitori di due bambine ripetutamente violentate da un sacerdote di Melbourne, padre O’Donnell, tra il 1988 e il 1993, chiedendo pubblicamente di essere ricevute dal Papa. La coppia, Anthony e Christine Foster, accusa anche l’arcivescovo di Sydney, George Pell, di aver insabbiato l’inchiesta contro padre O’Donnell, riconosciuto responsabile delle violenze sulle loro due figlie, Emma e Katherina. A chiedere di incontrare il Pontefice anche altre famiglie di vittime di abusi sessuali di preti pedofili che, di fronte al rifiuto del Vaticano, hanno organizzato una manifestazione di protesta in Taylor Square, ricevendo la solidarietà dei “Papaboys”. “Se può bastare – ha detto il presidente Daniele Venturi a nome dei ragazzi – siamo disposti a incontrarvi noi, al rientro in Italia, siamo Chiesa in quanto battezzati, siamo disposti ad ascoltare le vostre storie e le vostre ragioni”.

Anche i gay avevano protestato ieri contro la visita del Papa. Un migliaio di appartenenti alla “No To Pope Coalition” hanno manifestato distribuendo preservativi ai passanti e innalzando striscioni e cartelli contro l’opposizione del Vaticano all’omosessualità e alla contraccezione. I manifestanti hanno lanciato anche preservativi contro i pellegrini che stavano raggiungendo l’ippodromo di Randwick, i quali sono rimasti indifferenti alle provocazioni, con molti di loro che hanno salutato con il segno della pace.

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