Mastella si dimette dopo l”arresto della moglie

di Antonio Taglialatela

Clemente Mastella ROMA. “Mi dimetto da ministro, getto la spugna. Tra l’amore della mia famiglia e il potere scelgo il primo”. E’ la decisione del Guardasigilli Clemente Mastella dopo l’arresto della moglie Sandra Lonardo, accusata di tentata concussione.

Intervento di Mastella

Alla notizia, stamani il leader dell’Udeur aveva cancellato tutti gli impegni della giornata, esclusa la relazione sullo stato della Giustizia in aula alla Camera, prevista per le ore 11. Con tono rammaricato e attaccando il giudice che ha emesso l’ordinanza di custodia cautelare, col beneficio dei domiciliari, nei confronti della consorte, Mastella ha detto: “Avrei fatto un discorso diverso, avrei parlato di riforma della giustizia. Un discorso certamente diverso da quello che avrei fatto. Vi parlo con il dolore nel cuore di chi sa e di chi è stato colpito negli affetti più profondi. C’è stata una caccia all’uomo, una persecuzione umana nei miei confronti. Tutta la mia famiglia è stata intercettata, tutto il mio partito è stato seguito dalla procura di Potenza, un tiro al bersaglio, mia moglie è stata presa in ostaggio”. Poi ha comunicato le dimissioni: Mi dimetto per senso dello Stato, sono un ministro della Giustizia che non riesce a difendere la moglie da un provvedimento ingiusto”. Duro il suo attacco alla magistratura: “Durante lo scontro sotterraneo e violentissimo tra i poteri in questi mesi ho avuto il triplo di avvisi di garanzia rispetto a quelli avuti nella mia una carriera trentennale. Nonostante abbia lavorato giorno e notte per dimostrare la mia credibilità e la mia buona fede di interlocutore affidabile per il mondo della giustizia, oggi mi accorgo che sono stato invece percepito da alcune frange oltranziste come un avversario da contrastare, se non addirittura un nemico da abbattere”. “Ho combattuto la mia battaglia finché si combatteva ad armi pari – ha concluso – sostenuto dalla mia coscienza ispirata dalla fede”.

Mastella ha ricevuto affetto e solidarietà da parte del presidente del Consiglio, Romano Prodi, oltre a numeroseattestazioni di solidarietà e di vicinanza da tutti gli schieramenti politici.

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