Alla Reggia una mostra su Pulcinella

di Redazione

PulcinellaCASERTA. Lunedì 5 novembre, alle ore 17.30, presso la Reggia di Caserta – Salone di Rappresentanza dell’Associazione Turistica Pro Loco – si inaugura la mostra dell’artista napoletano Salvatore Nuzzo, intitolata “Pulcinella, una maschera per l’Europa”, curata e presentata da Carlo Roberto Sciascia.

Dopo la chiusura dell’esposizione alla Reggia di Caserta le opere saranno esposte dal 28 novembre nel Museo di Pulcinella Palazzo Ducale di Acerra. All’inaugurazione dell’esposizione, che gode del patrocinio della Regione Campania, della Provincia di Caserta, dei Comuni di Caserta e di Acerra, del Museo di Pulcinella della Pro Loco di Caserta e dell’Associazione Ars Supra Partes, sarà presente anche l’artista; per l’occasione è stato edito un catalogo che sarà disponibile presso la Pro Loco di Caserta. La mostra, che sarà visitabile fino al 19 novembre con orario dal lunedì al sabato 9.30 – 12.30 e 15.30 – 17.30, la domenica 9.30 – 11.30, il martedì pomeriggio escluso, proseguirà dal 28 novembre al 31 dicembre nel Castello Baronale presso il Museo della Maschera di Acerra. Salvatore Nuzzo, artista attento ed esperto, nella sua proposizione di Pulcinella non ne altera la forza del personaggio, ma ne conserva intatta nel tempo la sua caratteristica più “nobile” ed originaria; con maestria ne tratteggia il volto tra lo scanzonato ed il meditabondo, sempre pronto a proporre una filosofia popolare quanto incisiva. Seguono testi in catalogo di Carlo Roberto Sciascia, del Presidente della Pro Loco, del Direttore del Museo di Pulcinella Tommaso Esposito, di Vanni Ronsisvalle, e curriculum e biografia dell’artista.

Pulcinella, maschera per l’Europa

di Carlo Roberto Sciascia

Per un artista è veramente stimolante confrontarsi con la figura di Pulcinella, maschera napoletana che in sé accoglie un bouquet di elementi che la rendono unica e, per ciò, “una maschera per l’Europa”; essa, infatti, racchiude non solo l’essenza del popolo napoletano, ironico e scanzonato, riflessivo ma non triste, innamorato e, forse, sfrontato, furbo ma credulone, filosofo ma pratico, ma anche di quello europeo con le variegate sfaccettature e tipicità.

Salvatore Nuzzo la descrive vivace con il suo fascino ed i suoi enigmi, vera nelle inclinazioni più inafferrabili e sorprendenti del suo carattere, mitica con il suo ampio camicione bianco, istintiva e naturale come i napoletani; nelle sue opere, però, l’artista riesce a mettere in evidenza i legami intercorrenti fra la psicologia di tutte le genti e la maschera polivalente, vista e studiata come simbiosi emblematica di un’intuizione individuale capace di trasformarsi in modello per l’intera comunità.

L’iter, che Nuzzo intraprende, si dipana tra metamorfosi e trasfigurazioni, linguaggi accattivanti e tradizioni per descrivere un uomo-maschera irriducibilmente fedele a sé stesso, procedendo in un percorso scandito dagli assunti tipici attinti dal repertorio stratificato nei secoli, ribadito e rinnovato dall’immaginario collettivo fino all’attuazione di esiti raffigurativi della stessa contemporaneità.

È, infatti, questo il giusto atteggiamento in grado di produrre una “sistemazione formale” di Pulcinella, erede di una tradizione culturale stratificata e complessa distintiva di un popolo, che successivamente si avvale di un “filtro” filosofico e di spontanee riflessioni per tracciare la maschera sullo sfondo di un complesso colmo di concretezza e lirismo.

Salvatore Nuzzo si addentra in un discorso gestuale che racconta l’umanità dietro la maschera immutabile nel tempo, non pronunciando giudizi ma partecipando con il segno alla logica genuina degli atteggiamenti plastici ed articolate, imprevedibili e referenti; egli con i chiaroscuri nei disegni, con la movenza ed il portamento nelle ceramiche, con la imperturbabilità dei cromatismi nei dipinti esalta l’eccezionale furbizia capace di risolvere i più disparati problemi, mentre riassume ed esprime ogni realtà sia essa brutta o bella, meschina o eroica, in un inarrestabile desiderio di rivincita supportata da una inesauribile voglia di vivere, stigmatizzata da un opportunismo quasi fisiologico che mette in crisi qualsiasi ideologia umana: la sua vitalità appartiene ad una categoria universale, comune a tutte le culture e intrinseca ad ogni ideologia.

Pulcinella è certamente una maschera antichissima, che molti storici collegano con il Macchus atellano; di sicuro, però, l’apice della sua fama la raggiunge nell’800 con Antonio Petito, entrato in simbiosi con il personaggio, tanto da caratterizzarne definitivamente la sua evoluzione successiva.

La Pro Loco di Caserta è, perciò, felice di poter accogliere nel suo salone di rappresentanza una mostra delle opere di Salvate Nuzzo dedicata alla maschera più popolare del mondo che presto sarà ospitata nel Museo di Pulcinella ad Acerra.

“Pulcinella, maschera per l’Europa” è il titolo dell’esposizione perché essa è stata esportata con il nome di Mr. Punch in Inghilterra, Polichinelle in Francia, Petruska in Russia, Don Cristobal in Spagna, Punk in Olanda, Kaspar in Germania e, per certe similitudini, Vitez-Lazlo in Ungheria; in tutti questi Paesi la maschera è accomunata, oltre che da sensibili similitudini drammaturgiche, anche e soprattutto dal suono identico della sua voce dal timbro stridulo (ottenuto mediante l’uso di una specie di corda vocale artificiale, detta pivetta, che il burattinaio posiziona in prossimità della gola, nella zona velare).

La visione di Nuzzo non altera la forza del personaggio, ma ne conserva intatta nel tempo la sua caratteristica più “nobile” ed originaria; l’artista con maestria ne tratteggia il volto tra lo scanzonato ed il meditabondo, sempre pronto a proporre una filosofia popolare quanto incisiva.

Francesco Giaquinto

Presidente della Pro Loco di Caserta

Pulicenella sapìte che dice?

Ca paese significa munno.

Sape sulo ch’è largo e ch’è tunno;

E nun tene pariente nè amice.

Dice: “ ‘O cunto purtatel’ a me ”.

Pulecenella sapìte che è?

Perepè … perepè … perepè.

(Eduardo De Filippo, Il paese di Pulcinella, 1951)

Pulcinella, la maschera più famosa nel mondo, è soltanto un perepè perepè perepè.

Cioè, Pulcinella è tutto e niente, è vivo ed è morto, è ricco ed è povero, è furbo ed è ingenuo, è saggio ed è stolto, è …

Pulcinella è indefinibile!

Eppure Pulcinella nasce e i suoi natali sono innumerevoli.

Pulcinella vede la luce in teatro per opera del capuano Silvio Fiorillo, che fu interprete del Capitan Mattamoros.

Pulcinella è stato anche l’erede di Maccus.

Per i classicisti, a partire dal XVIII secolo, la maschera napoletana ha rappresentato il perdurare in Campania della tradizione comica delle antiche Fabulae Atellanae.

Ma Pulcinella nasce anche dall’uovo e da una chioccia che lo cova.

Egli è un piccolo pulcino.

Polliciniello Pulcinella ha perciò gli occhi tondi, il naso da gallina e la strana voce stridula comune ai Pulcinelli italiani e stranieri, specialmente se burattini.

Pulcinella, infine, non nasce a Napoli.

Nasce in provincia, ad Acerra, in quella parte della Campania Felix definita come Antica Liburia o Terra di Lavoro: il lavoro dei campi e dei contadini, che aravano le messi e producevano le cibarie per i napoletani.

E poi Pulcinella va a Parigi alla corte del Re e diventa Polichinelle.

Va a Londra e diventa Punch.

Va a Mosca e diventa Petruska.

Va a Istanbul ed è Karagoz.

Va a … e Salvatore Nuzzo lo insegue, lo cattura, non lo molla.

È tutt’uno, questo artista, con la maschera.

Egli, spaziando sapientemente tra immaginazione e memoria folcloristica, a suo modo ci delinea un Pulcinella dai tratti ora incantati, ora ingenui, ora grotteschi, ora popolari, ora drammatici, ora comici, ora raffinati.

Salvatore Nuzzo ci offre un Pulcinella indefinibile nella sua reale identità, proprio come accade nella tradizione.

Eppure questo indefinito Pulcinella balla, danza, saltella, canta, si commuove e piange a ridosso della sua casa di Acerra, ma anche in luoghi indefiniti e indefinibili del mondo.

Non a caso in alcune opere Salvatore Nuzzo ha scelto di maneggiare l’oro zecchino delle sfoglie per ricoprire bassorilievi e sculture.

Ha giocato, così, con i colori antichi e con il trucco di una luce, che non si perde nei colori e non si scompone nell’arcobaleno: una luce, al contrario, che si riflette pura e incontaminata nell’oro come nello specchio.

È così bella questa luce che entra nella scultura e riemerge trionfante e splendente senza perdersi e morire nella materia.

Proprio per questo nelle opere di Salvatore Nuzzo si susseguono tutte le immagini di un Pulcinella – Mito, che resta immortale e trionfa su tutto.

È come la luce, che si riflette nell’oro, non si perde nella materia e neppure nel tempo.

Li attraversa invincibile.

Tommaso Esposito

Direttore del Museo di Pulcinella

PULCINELLA NEL SEGNO/SOGNO DI SALVATORE NUZZO

di Vanni Ronsisvalle

Nel 1841 a Londra, da una tipografia di Fleet Street, Joseph Last licenziò, nel senso che avviò alla diffusione in pacchi destinati a raggiungere ogni luogo dell’Inghilterra dove vivessero potenziali lettori, le prime copie di Punch. Pubblicazione dal formato esattamente la metà degli odierni tabloid scandalistici che in Gran Bretagna prendono preferibilmente di mira la Famiglia Reale. L’obiettivo di Punch cioè di Last e di pochi suoi sodali era subito dichiarato, anzi strillato nel sottotitolo di copertina: a defender of the oppressed and radical scorge of all authority, che non è di poco presuntuoso.

Ma ebbe subito un grandissimo successo: disegni e testi in quella chiave satirica stralunata e ad un tempo concretissima, l’humor sottile e tragico che avrebbe fatto la fortuna di Dickens e Thackerhay, scivolarono così bene nella percezione collettiva degli inglesi che non poterono più farne a meno come del the e dei muffin a una certa ora del giorno. Le vittime più caricaturate e derise furono dell’importanza politica e sociale di un Robert Peel e di Disraeli.

Pochi anni dopo, 1849, i redattori di Punch si dettero un disegno di copertina che sarebbe rimasto tal quale sino al 1956. L’autore, Richard Dayle, assegnò un volto, un corpo, un abito ed un paio di segni particolari a Punch; gli mise di fronte più che ai piedi – cioè non sottomesso ma collaborativo – un Cane Barbino adorno di cappellino e nastri. Tra i due uno scudo con il motto araldico già noto come sottotitolo: a defender of the oppressed

Che differenza vi è tra Richard Dayle e Salvatore Nuzzo, a parte i quasi centocinquanta anni che separano le loro carriere di artisti? O piuttosto, che cosa vi è di diverso nel soggetto disegnato e ricorrente in ambedue (Dayle in realtà vi lavorò una sola volta, Nuzzo a conti fatti da una vita)? Il soggetto, così burocraticamente e antropologicamente individuato è lo stesso. Punch è la versione inglese di Pulcinella; come lo è per i francesi Pollichinelle … Pulcinella è un prototipo anche se relativo, ha natali millenari poiché in principio era il Maccus plautino e via così.

Non è la genealogia stranota di Punch/Pulcinella che ci riguarda. Di più l’iconografia, immensa e di autori eccellenti; ma soprattutto il suo collocarsi diverso nell’immaginario di chi ne è attratto per coglierne infallibilmente lo spirito del tempo. Callot che nel ‘500 disegna Pollichinelle (come lo vidi al Museo Massena di Nizza in una magnifica mostra negli Anni Ottanta) attinge alle coscienze inquietate dei francesi tra cattolici ed ugonotti – il ‘Parigi val bene una messa’ di Enrico di Navarra – il Punch di Dayle alla nascita, alla beatificazione del capitalismo, del cinismo espresso dal chi-si-aiuta-dio-lo-aiuta di Smiles (sottinteso: ognuno si faccia gli interessi suoi ma sempre con i puritani di Cromwell che lo sorvegliano); il Pulcinella di oggi, ossia in questo svoltare nel terzo millennio del Sistema Italia, è per noi quello di Salvatore Nuzzo. Già da molti anni Salvatore Nuzzo – pittore, disegnatore, scultore, ceramista – lo ha preso sottobraccio (o viceversa) e i due – l’artista e la maschera – non si sono più lasciati. Di quanto è accaduto in questa liaison veramente monogama ci facciamo un’idea in questa composita mostra dove è presente non soltanto la weltanchaung che anima l’artista in sinergia perenne con il suo modello, ma l’evoluzione del tratto, delle forme, delle materie in cui lo ritrae di pari passo alle sue finalità; per cui lo sfumato del disegno a carboncino attinge ora all’evocazione del rapporto luce ed ombra a vantaggio della prima, ora all’umor nero, al tetro di cui sono prodighi i tempi in cui viviamo.

Se Nuzzo e Pulcinella non si sono più lasciati, possiamo concludere con il … e vissero felici e contenti … della favola? Non lo so. Questa compresenza per l’artista, così assoluta e coinvolgente poteva diventare un incubo. Una specie di golem incombente con il quale quotidianamente (il quotidiano di un artista è incommensurabile) fare i conti. Bisognerebbe chiederlo a Nuzzo.

A giudicare dal bel risultato delle sue opere in generale, e di cui testimoniamo quelle qui esposte, possiamo ancora una volta confermarci che gli abbia dato, gli dia tuttora tanta felicità inventiva nel fare arte. Tanto più vera quando decolla da un dato storico, radicato persino nell’antropologia dei costumi. Il Punch di Dayle, l’ottocentesco Pulcinella inglese, ha due gobbe, il pancione, un naso lungo e bitorzoluto e sprigiona la consapevolezza della ridicolaggine del mondo di cui si alimenta il suo flusso satirico, a cominciare da se stesso. Il Pulcinella di Nuzzo, in questi Anni Duemila, ha assunto i caratteri di un Pierot lunaire, è misterioso e malinconico senza essersi disarmato della sua storica vocazione al dileggio correttivo dei costumi. Perchè fa leva sul sentimento; per dirla semplicemente il Pulcinella di Nuzzo esprime l’avversione per la temperie rozza, volgare, consumistica, politicamente ingannevole dei nostri tempi anche con il romanticismo. Antifolcloristico, respira in un non-luogo. Su tutti i Punch, i Pollichinelle, gli stessi Pulcinella immortalati dagli artisti che lo hanno preceduto nel cimentarsi con la più grande maschera italiana, il Pulcinella di Nuzzo ha un di più di intrigante, di struggente: la poesia. Una corda che vibra sia che lo dipinga sia che lo disegni, lo scolpisca, lo ‘traduca’ nel luccicore delle sue statue in ceramica questa è l’unicità identificativa dell’ancor giovane maestro di Acerra, concittadino fiero del suo eroe. Il suo Pulcinella, un solitario meditativo, sprovvisto anche della compagnia di un Cane Barbino e (quintessenza dell’umanità) felice-infelice. Pulcinella per sempre.

Salvatore Nuzzo, nato nel 1950 ad Acerra (NA), opera a Napoli ed a Scauri (LT) in via Castagna n.16; ha conseguito il Diploma di Maturità Artistica e il Diploma in Pittura dell’Accademia di belle Arti di Napoli con i Maestri G. Brancaccio e D. Spinosa. Ha frequentato i corsi di scultura e di “nudo” con i Maestri A. Perez e E. Giordano (Buchicco). È docente di Discipline Pittoriche al Liceo Artistico Statale di Napoli; dal 1978 al 1987 ha insegnato al Liceo Artistico “A. Martini” di Savona ed ha realizzato con una tecnica nuova in ceramica: “Il Monumento alla Libertà” a Savona 1982. Ha insegnato alla Scuola Superiore della Ceramica di Albissola e all’Istituto d’Arte di Imperia (Decorazione Pittorica) ove ha realizzato un “Murales” all’ingresso dell’Istituto. Ha insegnato presso l’Istituto Statale d’Arte della Ceramica di Cascano ed in seguito presso quello di S. Leucio. Ha realizzato il “Monumento a Pulcinella” in ceramica dipinta nel Parco G. Rossa di Acerra, per il Comune di Mondragone ha realizzato il busto di Ferrayolo, eroe e martire della Resistenza, nella Biblioteca Civica e un’opera di Arte Sacra (tela di cmq 220×187) nella Chiesa di Grunuovo (LT). Ha realizzato un pannello in maiolica nell’atrio Scuola Media Statale di Acerra, i Mosaici di S. Pietro e Paolo e della Madonna di Megyugori nella Chiesa S. Pietro Apostolo di Acerra ed una maiolica nella Chiesa SS. Maria del Suffragio di Acerra.

PRINCIPALI MOSTRE

1972: – VII Rassegna d’Arte del Mezzogiorno al Museo Pignatelli, Napoli;

1975: – X Qua­driennale Nazionale d’Artedi Roma; V premio “Pontano”, Napoli;

1975/77: – VI premio “Pontano”, Napoli;

1981: – 66a Mostra Bevilacqua la Masa, Venezia;

1982: – “Immagini, Realtà, Documenti”, Pinacoteca di Siena; – III Biennale d’Arte della Spezia; – Pinacoteca di Salsomaggiore; – 1° segnalato della Biennale, Promotrice Belle Arti di Torino;

1983 – 2003: – Opere Grafiche alle Terme “Vescine” di Suio; – Mostra di opere grafiche e plastiche di reperti archeologici, Museo di Minturno;

1987: “La Ceramica leri e Oggi”, Rassegna d’Arte della Ceramica, Savona;

1988: “L’Arte Ceramica in Terra di Lavoro” presso il Museo Campano di Capua e presso il Palazzo Comunale di Gaeta;

1989: – Rassegna della Ceramica, Cascano; – Premio “Corrado Cagli” I.S.A. “Palizzi”, Napoli;

1990: – Mostra alla Maison De Pulichinelle, Saintes, France;

1991: – Rasegna di Artisti Contemporanei, Napoli;

1992: – “Arte Contemporanea”, Scauri; – “Incontro con l’Arte”, Castello Baronale Acerra (NA);

1993: – “Arte Ceramica”, galleria Appiantica, Scauri.

1993 – 1994 – 1995 – 1996 – 1997 – 1998 – 1999 – 2000: – Mostra Internazionale Arte Sacra, Palazzo Bartolo Longo di Pompei;

1994: – Restauro di cornici in oro a foglia e delle Porte d’Epoca, diretto dal prof. Salvatore Nuzzo in collaborazione con Lello Fiorentino e con Accademia delle Belle Arti di Napoli, eseguito nelle Sale della Presidenza dei Consiglio dei Ministri S.S.P.A. della Reggia di Caserta;

1996: – Restauro di affreschi e ori a foglia, eseguiti da Salvatore Nuzzo in collaborazione con l’Accademia Belle Arti di Napoli, Chiesa di Grazzanise (CE); – “II Pulcinella nel Segno dei Pluralismo Etnico e Culturale”, Castello Baronale di Acerra; – Galleria “Appiantica”, Scauri; – Mostra alle Terme “Vescine” di Suio;

1997 – 1° Premio Internazionale “Artigianato Religioso”, Pompei; – The International Association of Lions Clubs con la partecipazione dei Liceo Artistico di Napoli; – 1° Premio “XXII Incontro Internazionale Macroproblemi” alla Biblioteca Nazionale Centrale di Roma con la partecipazione del Liceo Artistico di Napoli; – Mostra “Pulcinella” Castello Baronale di Acerra;

1998: – Realizzazione di un’opera Pittorica “Arte Sacra” su tela (cmq 220 x 187), Chiesa di Grunuovo (LT)

1999: Collettiva alla Sala S. Chiara, Napoli.

2000 – 2002: – “Mostra Storica di Arte Sacra” presso l’istituto B. Longo di Pompei; – XIII mostra di Arte Sacra presso l’istituto B. Longo di Pompei;

2002 – 2003: – “L’ombelico del giorno e Pulcinella tra i maccheroni” Castello Baronale, Mu­seo di Pulcinella di Acerra;

2003: – Mostra di opere grafiche di reperti archeologici, Area Archeologica di Minturno;

2004: – Terme “Vescine” di Suio; – Museo Campano di Capua; 2005: – Mostra dei bozzetti del Monumento alla Libertà al Museo Provinciale Campano di Capua;

2006: – “Giovanni Paolo II: La pace nel dialogo”, Villaggio dei Ragazzi, Maddaloni; – “Mater Magna”, Salone Espositivo Comunale di Formia e Palazzo Ducale di Alvito; – “Nel Segno di Mozart”, Palazzo Ducale di Atina; – “Mozart & Napoli” nell’ambito dell’Autunno Musicale, Salone di Rappresentanza della Pro Loco, Reggia di Caserta;

2007: – “Essere o Apparire tra verità e illusione”, Palazzo Ducale di Atina 2007. – Notte Bianca a S. Maria a Vico.

PERSONALI

1972: – Galleria d’Arte “S. Carlo”, Napoli; – Galleria d’Arte “Digramma 32”,

1977: – “6 proposte” Napoli;

1980: – Centro d’Arte “Il Segno”, Caserta;

1981: – Galleria “La Seggiola” Salerno;

1982: – “L’Elefante Blu” Alberga (IM);

1983: – Galleria d’Arte “Sapo­ne” Caserta; – Palazzo Civico Savona;

1987: – “Mitografia di una maschera” Sala magna della Civica Scuola di Musica, Acerra;

1988/90: – Sala Comunale “Mallozzi”, Scauri;

1990: – “Pulcinella”, Centro di Cultura, Acerra;

1993: – “L’Esplorazione degli Archetipi: il Pulcinella” di Salvatore Nuzzo – Castello dei Conti, Acerra;

1994: – “II Pulcinella di Salvatore Nuzzo”, Tavola Rotonda “Il Pulcinella, una maschera per l’Europa”, Comunità Dome­nicana S. Pietro martire all’Università di Napoli; – Personale al Centro Internazionale Club Unesco Roma;

1999: – “Pulcinella: una maschera per il mondo”, Castello Baronale, Acerra; – Sala S. Chiara, Napoli;

2001: – “Maggio dei monumenti” Biblioteca Comunale “G. Caporale” Castello Baronale, Acerra (NA);

2002: – Mostra dei bozzetti del Monumento alla Libertà, 1° Salone della Scuola Superiore Pubblica Amministrazione, Reggia di Caserta;

2003: – Opere grafiche dal 1983-2003, Hotel Terme “Vescine”, Suio Terme (LT); – Mostra di reperti archeologici Area Archeologica di Minturno, Museo, Minturno;

2004: – Personale di opere grafiche e plastiche del Museo di Minturno e di Napoli, Area Archeologica di Minturno;

2006: – Mostra di opere grafiche della Statuaria del Parco della Reggia di Caserta e del Parco della Reggia di Capodimonte di Napoli, Salone di Rappresentanza della Pro Loco, Reggia di Caserta; – Area Archeologica di Minturno, Terme Vescine di Suio Terme;

2007: – Villa Campolieto; – Ercolano; – Opere grafiche di reperti archeologici, Marina di Minturno, Acquedotto di Minturno e scavi di Pompei Ercolano, Area Archeologica di Minturno, Terme Vescine, Museo Provinciale di Capua 2007; – “Pulcinella, una maschera per l’Europa”, Salone di Rappresentanza della Pro Loco, Reggia di Caserta e Museo di Pulcinella Palazzo Ducale di Acerra.

LE SUE OPERE SI TROVANO NELLE COLLEZIONI PUBBLICHE E PRIVATE

Giardini della Questura di Savona

Museo di Capodimonte di Napoli (Palazzetto Borbonico)

Museo Nazionale Archeologico di Napoli (Biblioteca – Archivio)

Museo Campano di Capua

“Reggia di Caserta – Le fontane del parco”, Castello Baronale (Museo di Pulcinella) di Acerra

Istituto d’Arte di Imperia

Museo del Pontificio Santuario di Pompei (Napoli)

Biblioteca del Liceo Artistico Statale di Napoli

Museo Archeologico di Minturnae

Comune di Mondragone

Comune di Minturno – Castello Baronale.

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