La Turchia bombarda il Kurdistan iracheno

di Antonio Taglialatela

Un F16 turcoANKARA. La Turchia passa all’attacco. Da ieri mattina sono in corso attacchi aerei, con caccia F16, che bombardano il territorio a nord dell’Iraq, a maggioranza curda, dove sono rifugiati i ribelli del Pkk, partito dei lavoratori del Kurdistan.

Il bilancio, al momento, è di trenta ribelli uccisi. Un “attacco preventivo”, quello del governo, in risposta agli attentati curdi che in questi giorni hanno ucciso 17 soldati turchi. Intanto, il premier turco, Tayyip Erdogan, si rivolge agli Stati Uniti – che hanno invitato a non sferrare offensive – annunciando che sarà il suo governo e non quello americano a decidere se attaccare o meno i guerriglieri curdi. E invita il governo di Bush, in quanto alleato strategico della Turchia, ad un’azione congiunta per la risoluzione della vicenda. “In Afghanistan siamo intervenuti insieme a loro. Dobbiamo adottare tutti i passi contro il terrorismo, sia a livello nazionale che internazionale”, ha detto Erdogan. Anche il presidente turco Abdullah Gul appoggia la linea del premier Erdogan: “La pazienza della Turchia sta per finire. Siamo totalmente determinati a intraprendere tutti i passi necessari per mettere fine a quella minaccia. L’Iraq non dovrebbe essere una fonte di minaccia per i suoi vicini. Benchè noi rispettiamo l’unità e l’integrità territoriale dell’ Iraq, la Turchia sta perdendo la pazienza e non tollererà l’uso del territorio iracheno per gli obbiettivi delle attività terroriste”.

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