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Una capanna di amianto per passatempo
CASALUCE. Si parla sempre di mancanza di spazi ricreativi per i giovani, di iniziative che possano rompere la loro costretta dipendenza dall’apatia del territorio in cui vivono. Si parla, purtroppo si parla soltanto. Ed è così che i ragazzi nostrani intraprendo la cara vecchia arte dell’arrangiarsi.
Un’arte che nella maggior parte dei casi viene praticata in strada, che resta l’unico “spazio pubblico” a loro disposizione, giocando a calcio o semplicemente per ritrovarsi e chiacchierare. Solo che a Casaluce, purtroppo, si è andati un po’ oltre. Non tanto per lo scopo, quanto per il modo. Con l’avvento delle piogge, un gruppetto di ragazzini, non sapendo dove ripararsi per passare il tempo libero in strada, si è costruito una capanna, utilizzando delle lastre di eternit. Si, quelle realizzate con il famigerato amianto, messo al bando anni fa perché altamente cancerogeno. E’ successo in piazza Aprano, posto già degradato e abbandonato a se stesso, dove chiunque, in un angolo, può notare la “costruzione” artigianale realizzata con l’eternit e una copertura di cellofan. Lì dentro i ragazzi si riparano dalla pioggia e passano il tempo, dunque correndo seriamente il rischio di respirare la polvere tossica prodotta dall’amianto. Probabile che le lastre di eternit siano state raccolte in qualche campagna di Casaluce, dove abbondano discariche abusive di rifiuti tossici pericolosi, e portate dagli ignari (si spera che davvero lo siano) ragazzini nel centro del paese. Un fatto già di per sé sconcertante, poiché i rifiuti pericolosi a Casaluce sono diventati la “materia prima” del gioco, a cui va aggiunta una altrettanto sconcertante considerazione: ma nessuno, autorità o cittadino che sia, vede niente? Possibile che nel centro abitato di un paese si permetta di lasciare in piedi una capanna di amianto?
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