Intercettazioni, è polemica. Accordo bipartisan sul ddl Mastella

di Redazione

D'Alema, intercettato, avrebbe plaudito Consorte sulla scalata BnlDopo la fuoriuscita di stralci d’intercettazioni telefoniche, tra esponenti Ds e personaggi di rilievo del mondo bancario e imprenditoriale italiano, monta la polemica. Che stavolta, però, non è tra i due poli, mai come adesso uniti nel biasimare atteggiamenti di sciacallaccio mediatico, orditi ai danni di qualunque esponente politico.

Basta che la notizia faccia rumore. Molti giornali hanno pubblicato stralci di telefonate intercettate: Fassino, D’Alema, il diessino Latorre da un lato, e Ricucci e Consorte dall’altro. Le intercettazioni – riguardanti 73 telefonate – hanno creato un caso soprattutto per l’”intimità” con cui noti esponenti politici comunicavano con personaggi indagati in scalate bancarie ed editoriali. “Facci sognare! Vai!”. E’ quel che avrebbe detto l’attuale ministro degli Esteri Massimo D’Alema all’ex presidente di Unipol Giovanni Consorte in una telefonata intercettata sull’utenza di Consorte il 7 luglio 2005, alle 23:18, la cui trascrizione ha potuto essere ora letta dalle parti.

Il colloquio è tra Consorte e Latorre, ma a un certo punto il telefono viene passato a D’Alema che, rivolgendosi a Consorte a proposito della scalata Bnl, secondo quanto è trapelato, gli direbbe:

– D’Alema: va bene. Vai avanti vai!

– Consorte: Massimo noi ce la mettiamo tutta.

– D’Alema: facci sognare. Vai!

– Consorte: anche perché se ce la facciamo abbiamo recuperato un pezzo di storia, Massimo. Perché la Bnl eranatacome banca per il mondo cooperativo.

– D’Alema: e si chiama del Lavoro, quindi possiamo dimenticare?

– Consorte: esatto. E’ da fare uno sforzo mostruoso ma vale la pena a un anno dalle elezioni.

D’Alema: va bene, vai!

Giovanni ConsorteLatorre – Ricucci. Il 18 luglio Latorre chiama Ricucci che dice: “Ecco il compagno Ricucci all’appello. Ormai stamattina a Consorte gliel’ho detto, datemi una tessera, non ce la faccio più”. Latorre: “Ormai sei diventato un pericoloso sovversivo rosso”. Ricucci: “Ho preso da Unipol, io. Tutto a posto, abbiamo fatto tutte le operazioni con Unipol”.

Consorte – Fassino. E sempre per restare in casa diessina, il 17 luglio del 2005 Consorte dice al segretario dei Ds, Piero Fassino, di avere il 51,8% di Bnl e che, nell’operazione, ha coinvolto quattro banche cooperative che fanno capo a Pierluigi Stefanini. In una telefonata precedente del 5 luglio 2005, Fassino aveva chiesto a Consorte istruzioni perché avrebbe dovuto incontrare Luigi Abete e non sapeva che cosa dirgli. Nell’occasione Fassino avrebbe detto: “Sto abbottonatissimo”.

Stefano RicucciLa perizia con la trascrizione delle intercettazioni era stata depositata ieri dal Gip Clementina Forleo. Oltre al fatto che dalle telefonate non emergerebbe, almeno per adesso, nulla di compromettente per i soggetti intercettati, la polemica è nato soprattutto per il fatto che gli stralci erano stati oggetto di una meticolosa procedura di vigilanza: gli avvocati, infatti, potevano consultarli, prendere appunti, ma non copiarli. Né erano ammessi cellulari, scanner e altri dispositivi in grado di far trapelare notizie di pubblico uso. Ma le notizie sono uscite fuori pochi minuti dopo. L’ira trasversale del mondo politico non si è fatta attendere.

In una nota, così i Ds: «La diffusione del tutto arbitraria di conversazioni telefoniche, violando leggi, garanzie, dignità delle persone – nonostante che dalle trascrizioni risulti del tutto evidente l’assoluta assenza di qualsiasi rilievo giudiziario o politico – configura non solo un’aggressione ai Democratici di Sinistra e ai suoi dirigenti, ma anche un indebolimento delle certezze dello Stato di diritto». Continua la nota della Quercia: «Nessuno può credere che la democrazia possa trarre maggiore forza da un’azione di destabilizzazione che in realtà accentua ancor di più la distanza tra politica e società».

Giuliano AmatoIntanto, il ministro degli Interni Giuliano Amato non ha usato mezzi termini: “E’ evidente – dice – che tutto questo mi lascia perplesso, ed uso una parola tenue. In passato ne ho usate di forti per esprimermi su questa follia tutta italiana”. Il ministro dell’Interno parla in una pausa dei lavori del Consiglio Ue Giustizia e Interni. “La follia tutta italiana” – aggiunge – “è che qualunque cosa venga detta al telefono, se tocca incidentalmente un processo, esce. Quale che sia la sua rilevanza. E’ chiaro che il sistema non funziona”. Amato ha aggiunto che “non è possibile che dalle sedi giudiziarie esca tutta questa roba, non abbiamo trovato ancora il modo di affrontare il problema”.

Clemente MastellaSulla questione, il ministro della giustizia Clemente Mastella si allinea al rimprovero collettivo da parte della classe politica tutta. “Quanto è avvenuto a Milano dopo il deposito delle intercettazioni dell’inchiesta Antonveneta dimostra che c’è una specie di “groviera” all’italiana. Mi pare incredibile – ha spiegato il ministro – che qualche Pico Della Mirandola visivo possa avere scritto enciclopedie così dettagliate ed averle fornite a voi giornalisti. Questo vuole dire che c’è una procedura che probabilmente ha aperto buchi”.

Antonio Di PietroPoco cauto, invece, il ministro Antonio Di Pietro, che ha le idee chiare. “Oggi – dice il titolare delle Infrastrutture – non c’è nulla di penalmente rilevante, ma semmai un problema etico-morale. Scopriamo l’acqua calda, e cioè la comunanza di interessi tra una parte politica e le coop. La questione va risolta a monte: chi fa politica non può farlo in nome di una lobby, altrimenti dovrebbero scattare la remissione del mandato, la decadenza, l’incompatibilità”. Il conflitto di interessi, dunque. “La colpa non è di chi denuncia ma di chi, vivendo in un conflitto di interesse, non si capisce se fa politica per tutti o solo per una parte. Con mani pulite la politica veniva sovvenzionata in modo illecito. Ora invece si denuncia tutto regolarmente, in modo che tutto venga sbiancato. In realtà, ora come allora, chi fa politica lo fa nell’interesse di gruppi ed è un aspetto che deve essere risolto una volta per tutte con una legge elettorale che consenta di scegliere davvero i politici”.

Fabrizio CicchittoDa destra, tutti sembrano interessati a procedere col Ddl Mastella (che prevede il carcere per i giornalisti che pubblicano intercettazioni e documenti giudiziari riservati), evitando di commentare le presunte commistioni. Tutti tranne qualcuno. Il vice-coordinatore di Forza Italia, Fabrizio Cicchitto, riferisce: “È del tutto inaccettabile e incivile l’uso in atto delle intercettazioni telefoniche, ma viene confermato che per il gruppo dirigente dei Ds, l’Unipol era una struttura economica-finanziaria collegata e ne sosteneva la scalata alla Bnl per motivi economici e politici. Ragion per cui le polemiche unilaterali sul conflitto d’interesse saltano clamorosamente”.

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