Rinvenuta una fornace di età tardo-romana

di Redazione

la fornaceSANT’ARPINO. Nel corso dei lavori di ampliamento del cimitero di Sant’Arpino, opera necessaria e di ampie proporzioni che terminerà entro pochi mesi, secondo la programmazione dell’amministrazione di Giuseppe Savoia, si sono effettuate svariate indagini archeologiche vista la poca distanza dall’attuale sito del Parco Archeologico della Città di Atella.

la fornaceSeppur al di fuori del sito riguardanti i prossimi scavi archeologici continuano a susseguirsi i ritrovamenti di reperti a poche decine di centimetri dal livello del terreno di calpestio come già avvenuto pochi mesi fa per dei resti di lastricato di una presumibile area termale nei pressi della via di comunicazione Aversa – Caivano. Delle indagini archeologiche effettuate nell’ambito dei lavori di ampliamento del cimitero di Sant’Arpino è stato possibile individuare i resti di una fornace di età tardo romana. Lo scavo, eseguito, sotto la direzione della Soprintendenza per i Beni Archeologici delle Province di Napoli e Caserta ed in particolare della dott.ssa Elena Laforgia, dalla società Archè snc, ha permesso di portare in luce una struttura di forma circolare costruita in grossi blocchi di tufo che costituiva la camera di combustione della fornace. All’interno di questa si conservavano ancora tracce combuste del legno utilizzato per alimentare la fornace stessa, ne sono stati prelevati alcuni campioni sui quali saranno eseguite le analisi del C14 che permetteranno una più puntuale datazione della costruzione. Il piano e la camera di cottura non sono stati rinvenuti, è possibile che la fornace sia stata distrutta ed abbandonata già nel corso dell’età medioevale. I dati raccolti in corso di scavo non permettono di stabilire con precisione, allo stato attuale delle indagini, che tipo di materiali fossero cotti al suo interno, è probabile che venisse utilizzata per la cottura di materiale laterizio da costruzione o di grossi vasi contenitori di derrate alimentari, probabilmente tra il V ed il VII sec. d.C. Nel primo sopralluogo avvenuto con i responsabili di Archè, Sovrintendenza nella persona della dottor La Forgia, del sindaco Savoia, dell’Assessore all’Urbanistica e lavori pubblici Roberto Iavarone e delegato alla Cultura e Grandi Eventi Francesco Brancaccio nonché dei Progettisti del nuovo Cimitero architetto Salvatore Di Leva, ingegner Antonio Buonanno e architetto Francesco Dell’Aversana si è provveduto da subito a predisporre, una concordata, variante al progetto del Cimitero per permettere una musealizzazione in loco dei reperti in modo da renderli accessibili a tutti. Si predisporrà anche un ufficio per le informazioni di carattere archeologico nelle stesse adiacenze.

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