Foggia, estorsioni e bombe: tre fermi nel clan Moretti-Pellegrino-Lanza

di Redazione

Tre persone legate al clan Moretti-Pellegrino-Lanza, padrone criminale di Foggia, sono state fermate nel corso della maxi-operazione interforze scattata all’alba su disposizione della procura Antimafia di Bari e della procura di Foggia con l’accusa di tentata estorsione ai danni di imprenditori della città. Polizia, carabinieri e Guardia di finanza hanno anche eseguito decine di perquisizioni mirate nei quarti ad alta densità criminale: in una di queste i militari dell’Arma hanno sequestrato, a casa di un pregiudicato del rione Candelaro, 19mila euro in contanti oltre ad un’agenda dove sono annotati nomi e cifre. In un’altra fase del blitz sono invece stati rinvenute 11 bombe.

A quanto si apprende i militari stanno verificando se si tratti di un elenco di richieste estorsive – un ‘libro mastro’ del pizzo era stato sequestrato nel 2018 – o denaro legato a debiti per droga. Inoltre, nel corso dei controlli, i militari della Guardia di finanza hanno sequestrato due fucili e 5mila litri di carburante ‘clandestino’ – uno dei nuovi affari della Società foggiana, come raccontato da Ilfattoquotidiano.it in estate – durante una perquisizione in un autoparco ad Orta Nova.

Durante il blitz è anche stata rinvenuta una telecamera nascosta tra le cassette della posta nella palazzina Ex Onpi che si trova alla periferia della città: videocamere che – a quanto sostiene chi indaga – sarebbe servita a monitorare l’ingresso delle forze di polizia. La maxi-operazione rappresenta una nuova risposta a una serie di attentati di matrice mafiosa: tre le bombe esplose nei primi quattro giorni del 2020, cinque in totale dall’inizio dell’anno. Oltre all’omicidio di un commerciante d’auto avvenuto il 2 gennaio e al ritrovamento di un cadavere carbonizzato – con un foro alla tempia – nelle campagne attorno a San Severo che apparterrebbe a un 56enne con piccoli precedenti che era scomparso venerdì.

“Indubbiamente la criminalità sta vivendo un momento di difficoltà dal punto di vista delle disponibilità economiche, perché dopo le operazioni che sono state compiute nei mesi scorsi e gli arresti numerosi di personaggi di spicco delle varie batterie foggiane, manca il denaro sufficiente per mantenere le famiglie dei detenuti e sostenere le spese legali”, è la lettura del procuratore capo di Bari, Giuseppe Volpe, per spiegare la reazione scomposta di queste settimane alla caccia di nuove vittime da “spremere” tra commercianti e imprenditori. IN ALTO IL VIDEO

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