Mes, anche i 5stelle chiedono chiarimenti a Conte su fondo Salva-Stati

di Redazione

“Il Parlamento aveva dato un preciso mandato al premier Conte. La discussione sul Mes, (il Fondo Salva-Stati) deve essere trasparente, il Parlamento non può essere tenuto all’oscuro dei progressi nella trattativa e non è accettabile alcuna riforma peggiorativa del Mes”, Lo affermano in una nota i deputati M5S della commissione Finanze che chiedono “al capo politico Luigi Di Maio di far convocare un vertice di maggioranza” sul tema.

“Non è accettabile ad esempio prevedere che l’aiuto sia condizionato al ricatto di riforme strutturali che di fatto porterebbero ad un commissariamento degli Stati in difficoltà”, affermano i deputati pentastellati. “Oggi è chiaro, invece,  – proseguono – che la riforma del Mes, (il Meccanismo europeo di stabilità detto anche Fondo salva-Stati), sta andando proprio nella direzione che il Parlamento voleva scongiurare. Noi non siamo d’accordo”.

Il Movimento 5 Stelle è sempre stato contro il meccanismo europeo di Stabilità perché, per essere applicato, prevede tagli a salari e pensioni e riforme alla Jobs Act. Dietro lo specchietto delle allodole delle riforme strutturali si nascondono misure lacrime e sangue imposte da Bruxelles. Ricordiamo che l’Italia è il terzo maggior sostenitore del Fondo Salva Stati con 14 miliardi di euro quindi l’Italia ha già dato. Non verseremo ulteriori quote, anzi usiamo questi soldi per sostenere le nostre imprese e cittadini visto che la crescita è l’unico modo per abbattere il debito. Auspichiamo dunque una maggiore riflessione su questa riforma”, rimarca in una nota l’europarlamentare del Movimento 5 Stelle Piernicola Pedicini.

Salvini: “Conte subito in Parlamento a riferire” –“Sul Mes chiediamo l’immediata presenza del presidente Conte in Parlamento, visto che anche gli amici del Cinque stelle l’hanno chiesta, perché la modifica del trattato di stabilità mette a rischio il risparmio e i titoli di Stato di milioni di italiani”, afferma l leader della Lega, Matteo Salvini. “Dall’oggi al domani – ha continuato – deciderebbe l’Europa in base al rischio quale titolo di Stato vale di più e quale di meno, chi può essere aiutato chi non deve essere aiutato, chi devo e chi non deve pagare. Rischieremmo di trovarci carta straccia invece dei risparmi”.

“Ma l’ex vicepremier Salvini dove stava?” – Già lunedì Palazzo Chigi aveva risposto all’ex ministro dell’Interno con un comunicato durissimo che tra l’altro recitava: “Il senatore Salvini, all’epoca era Vicepresidente del Consiglio dei Ministri nonché Ministro dell’Interno, e avrebbe dovuto prestare più attenzione per l’andamento di questo negoziato, tanto più che l’argomento è stato discusso in varie riunioni di maggioranza, alla presenza di vari rappresentanti della Lega (Viceministri all’Economia e Presidenti delle Commissioni competenti). Il fatto che il senatore Salvini scopra solo adesso l’esistenza di questo negoziato è molto grave. Denota una imperdonabile trascuratezza per gli affari pubblici. Chi pretende di guidare l’Italia senza premurarsi di studiare i dossier dovrebbe quantomeno evitare di diffondere palesi falsità. Con la propaganda intrisa di menzogne non si curano certo gli interessi dei cittadini italiani”.

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