Turchia contro Usa: “Se non cambiano, cerchiamo nuovi alleati”

di Gabriella Ronza

Recep Tayyp Erdogan in un articolo sul New York Times ha da ridire sul comportamento degli Usa: “Se non invertono la tendenza all’unilateralismo e alla mancanza di rispetto saremo costretti a iniziare a cercare nuovi amici e alleati”. “Le azioni unilaterali degli Usa nei confronti della Turchia – scrive il presidente turco – serviranno solo a minare gli interessi e la sicurezza americani”. “Prima che sia troppo tardi – scrive Erdogan – Washington deve rinunciare all’idea che le nostre relazioni siano asimmetriche, e accettare il fatto che la Turchia ha alternative”.

“Negli ultimi sei decenni, Turchia e Usa sono stati partner strategici e alleati nella Nato”, scrive Erdogan. La Turchia “è accorsa in aiuto dell’America ogni volta che è stato necessario”, sottolinea ricordando l’impegno di Ankara nella guerra in Corea, la vicenda dei missili Jupiter finita al centro delle trattative tra John F. Kennedy e Nikita Kruscev, l’intervento in Afghanistan dopo l’11 settembre.

“Eppure, gli Usa hanno fallito nel capire e rispettare le preoccupazioni del popolo turco. E, negli ultimi anni, le nostre relazioni sono state messe alla prova dai disaccordi”. “Fino a quando gli Stati Uniti non inizieranno a rispettare la sovranità della Turchia e dimostreranno di capire i pericoli che affronta il nostro Paese, la nostra partnership potrebbe essere a rischio”, insiste Erdogan, che poi elenca i motivi del contendere tra Ankara e Washington, a partire dall’atteggiamento ‘soft’ americano nei confronti del tentato golpe del 2016.

Probabilmente, causa delle dure parole del presidente turco potrebbero essere i fatti di ieri.  Venerdì 10 agosto, infatti, lo scontro commerciale ha subito un picco, con il crollo della lira turca che ha messo in subbuglio i mercati internazionali, l’invito da parte del presidente Erdogan ai turchi ad acquistare valuta locale e, infine, l’annuncio della ritorsione di Donald Trump: gli Usa raddoppiano i dazi sulle importazioni dalla Turchia di acciaio e alluminio, portandoli rispettivamente al 50% e al 20%. I rapporti tra i due paesi, come twitta lo stesso Trump, non sono mai stati così tesi, anche a causa della vicenda del pastore americano Brunson detenuto dalla Turchia con l’accusa di spionaggio.

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