California, sparatoria in centro disabili: Farook aveva contatti con terroristi

di Stefania Arpaia

San Bernardino – Attimi di terrore a San Bernardino, in California, dove lo scorso mercoledì un uomo e una donna hanno fatto irruzione in un edificio che ospita le attività di un’associazione no profit a sostegno di persone con disabilità e hanno aperto il fuoco, uccidendo chiunque gli si trovasse davanti.

La strage è avvenuta in una zona a circa 100 chilometri da Los Angeles ai danni dell’Inland Regional Center.  Il bilancio è di 14 vittime e 21 persone rimaste ferite. Due sono in pericolo di vita. Al momento della sparatoria, il centro era teatro di una festa, in cui i disabili e i loro tutor ballavano e cantavano all’insegna dell’arrivo del Natale. 

I killer sono entrati e hanno sparato per 30 secondi, fermandosi per ricaricare e colpendo ancora. Poi sono fuggiti a bordo di un suv nero mentre sul posto interveniva la polizia locale e le squadre di artificieri che hanno fatto brillare un pacco sospetto nell’edificio.

I responsabili sono stati uccisi e identificati. Si tratta di un uomo e una donna, fanno sapere fonti locali, Syed Rizwan Farook, 28 anni, musulmano di origine araba; e Tashfeen Malik, 27 anni. I due sono morti nello scontro con gli agenti dopo un inseguimento. Erano armati di fucili d’assalto e armi semi automatiche. Sul luogo della sparatoria sono stati trovati anche 3 esplosivi.

Secondo fonti locali, l’uomo si era recato la scorsa primavera in Arabia Saudita, poi il ritorno negli Usa da sposato. I parenti di Farrok sostengono che Malik era sua moglie e che i due avessero una bambina di 6 mesi, mentre la polizia si è limitata a parlare di un rapporto tra i due. Non si hanno notizie sul luogo di nascita di Malik. Sul profilo Facebook dell’uomo si legge: “Lavoro per la contea in ambito sanitario, per la sicurezza e per l’ambiente. Mi piace lavorare su auto d’epoca e moderne, leggere libri religiosi, mangiare fuori, viaggiare e fare il tiro al bersaglio con mia sorella più giovane e gli amici”.

La polizia non è stata ancora in grado di accertare se si sia trattato di un attacco terroristico. Il movente dell’attentato non è ancora definito ma pare che prima della sparatoria ci sia stata una riunione a cui l’uomo abbia partecipato e in cui ci sia stata una lite.

“Indossavano maschere e giubbotti antiproiettile – raccontano i testimoni – e vestivano abiti militari”. “Un uomo armato è entrato nel centro e ha iniziato a sparare. Ho visto corpi a terra”, ha detto una donna che è riuscita a sfuggire alla sparatoria, salvandosi perché si è chiusa a chiave dentro uno degli uffici.

In seguito ad una segnalazione, gli agenti sono riusciti ad individuare il suv all’esterno di un appartamento in una strada residenziale a Redlands e a neutralizzare i criminali . Una fonte della polizia ha detto che i sospetti hanno lanciato oggetti, forse bombe artigianali, fuori dalla finestra. Poi la sparatoria. Durante lo scontro a fuoco un poliziotto è rimasto ferito ma non sarebbe in gravi condizioni. Le immagini sono state trasmesse in diretta tv.

Intanto, sul web sono stati diffusi i video degli ostaggi che si erano barricati nell’edificio per scampare alla follia omicida. Alcune immagini testimoniano l’arrivo dei poliziotti che fanno evacuare l’edificio. Una donna esclama: “Ho paura”. L’agente risponde: “Non si preoccupi prenderò io le pallottole al posto suo”.

“È stato un attacco in stile militare”, hanno affermato alcune fonti investigative. Il capo della polizia locale, Jarrod Burguan, ha spiegato come i killer non abbiano improvvisato il raid nel centro ma siano giunti “preparati, ben consapevoli di dove e come colpire”. 

“Sulla base di quello che abbiamo visto e come sono stati dotati, ci doveva essere un certo grado di pianificazione – ha riferito – Non credo che hanno afferrato le armi e gli attrezzi così al momento”. E’ stato proprio il capo delle forze dell’ordine a spiegare che Farook è un cittadino americano che lavorava come ispettore sanitario per la contea di San Bernardino nel Dipartimento di Sanità Pubblica.

Nella loro abitazione, nella località di Redlands, a pochi chilometri dal luogo della strage, gli agenti federali hanno trovato un vero e proprio arsenale, tra cui oltre 5 mila munizioni ed esplosivi artigianali. “Il congegno non è esploso – rivelano gli investigatori – solo per il malfunzionamento di un telecomando”.

David Bowditch, responsabile dell’ufficio dell’FBI di Los Angeles, in conferenza stampa ha spiegato: “Terrorismo? È una possibilità. L’uomo era in contatto telefonico e via social media con più di un soggetto legato al terrorismo internazionale”.

Obama, nel frattempo, attacca il sistema di diffusione delle armi americano: “Basta con le sparatorie. Il Congresso deve fare di più prevenire la violenza delle armi da fuoco. Sembra che oramai abbiamo accettato questo tipo di incidenti. Ma questa non può diventare la normalità”.

“Non sappiamo ancora il perché di questo nuovo evento terribile- ha detto durante il Consiglio per la sicurezza nazionale – Potrebbe essere legato al terrorismo. Ma è anche possibile che sia legato a una lite sul posto di lavoro. Tutti dobbiamo fare di più per prevenire queste sparatorie e rendere più difficile l’accesso alle armi da fuoco in questo Paese”.

Secondo i dati raccolti, dal 1 gennaio 2015 ad oggi, in America si sono verificate 355 sparatorie di massa. Intanto i militanti dell’Isis sul web festeggiano, associando ai loro messaggi l’hashtag #American_Burning.

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