Il viceministro Morando in visita alla “Mecfond” di Napoli

di Redazione

Napoli – Un pizzico di genialità tutta partenopea, un grande fiuto per gli affari e soprattutto la capacità di guardare al futuro e all’innovazione. Così, mentre gli altri denunciano gli effetti della crisi, la Mecfond Spa cresce e ci riesce a Napoli, uno dei territori dov’è più difficile fare impresa. Si trasforma addirittura in un caso nazionale di Best practices nell’innovazione.

Ne ha parlato il viceministro dell’Economia Enrico Morando, nel corso del dibattito “Napoli, Sud: tutta un’altra storia”, che si è tenuto nella sede della Mecfond, in via Gianturco 23, a Napoli.

Al tavolo dei relatori Domenico Arcuri, amministratore delegato di Invitalia, Amedeo Lepore, assessore regionale alle Attività produttive, Giorgio Nugnes, presidente di Mecfond, rappresentanti regionali dei sindacati confederali e di altre importanti sigle.

Interessante la storia stessa della Mecfond, dal 1858, anno della fondazione, ai giorni nostri. L’ultimo miracolo di questa affermata realtà produttiva partenopea porta la firma di un ex dipendente che acquistò l’azienda nel 1999, quando questa era in crisi e molto vicina alla chiusura. Quel dipendente, Giorgio Nugnes, ne è oggi il presidente. Grazie alle sue intuizioni e alla sua passione per l’innovazione, ben 1500 presse a marchio Mecfond sono presenti in tutto il mondo negli stabilimenti dei principali marchi automobilistici. Vengono utilizzate da Alfa Romeo, Chrysler, Citroen, Fiat, General Motors, Peugeot, Renault, Seat, Volvo.

Le presse Mecfond sono state acquistate anche da Opel e da Skoda, che fa parte del gruppo Volkswagen. Ed è un bel vanto poter affermare che la mitica qualità delle automobili tedesche è raggiunta anche grazie a macchinari innovativi ideati e costruiti a Napoli.

A fronte di una storia tanto ricca di successi, anche i dati economici che riguardano la Mecfond Spa sono in controtendenza: nel 2014, l’azienda ha fatto registrare una crescita del fatturato del 31 per cento, un incremento del 12 per cento degli investimenti e del 13 per cento del numero degli occupati.

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