M5S, contro-consultazioni in piazza con “pernacchie” a Renzi

di Redazione

 Roma. Fischi, e pernacchie,per Matteo Renzi, per il capo dello Stato Giorgio Napolitano e per la presidente della Camera Laura Boldrini.

Sono le “contro-consultazioni” tenute in piazza Montecitorio dal Movimento 5 Stelle, rifiutatosi di salire al Quirinale per le consultazioni avviate da Napolitano per il nuovo governo. Paola Taverna, senatrice M5S ed ex capogruppo a Palazzo Madama, dice ad attivisti e passanti: “Noi abbiamo il ‘vizio’ di consultarvi, di chiedere alla gente cosa ne pensa. E allora voglio farvi alcune domande”. Parte il fuoco di domande. “Vi sembra un esponente del centrosinistra Renzi? – chiede la senatrice – Vi piace questo nuovo presidente del Consiglio? Vi sentite garantiti da questa presidente della Camera?”.

Un crescendo di fischi si leva contro Renzi e Boldrini. Segue l’affondo per il Colle. “Vi sentite garantiti da questo presidente della Repubblica?”. I fischi si levano ancor più copiosi e Taverna soddisfatta tira le somme: “Diamo al Paese queste consultazioni, le più democratiche possibili”.

Intanto, dal suo blog, Beppe Grillo rincara la dose contro Napolitano, ritenendolo “un monarca medievale che nomina chi gli pare”, poi parla di “parlamentari senza diritto di parola. Sembra una fiaba gotica, con gli abitanti di una remota contea preda di un incantesimo che fa scomparire la democrazia sotto i loro occhi senza che se ne accorgano”.

In un post dal titolo “Paese #FuoridiSesto” Grillo cita il romanzo di Philip Dick “Tempo fuori di sesto”, raccontando una specie di “realtà parallela”. “Il Parlamento non ha più significato, le leggi sono fatte con i decreti del Governo o da Berlusconi e Renzi in una stanza e la sfiducia al presidente del Consiglio è una fatwa dei segretari di partito”, scrive Grillo. Non basta. Il leader dei cinquestelle va ancora all’attacco: “Sono saltati tutti i meccanismi. Il presidente della Repubblica – scrive Grillo – è diventato un monarca medioevale che nomina chi pare a lui. Il Parlamento non ha più significato, le leggi sono fatte con i decreti del governo o da Berlusconi e Renzi in una stanza e la sfiducia al presidente del Consiglio è una fatwa dei segretari di partito, i parlamentari non hanno neppure diritto di parola. Molti emigrano, alcuni si impiccano, altri gettano la spugna e tirano a campare. La pazzia si è impossessata dell’Italia che si muove come un giocattolo rotto, a scatti, senza una direzione. Sono saltati tutti i meccanismi”.

Per Grillo “la Costituzione è una parola vuota” mentre “un Paese di sessanta milioni di abitanti, ricco di ogni tesoro naturale e culturale, con una storia unica, impressionante, che ha posto le fondamenta della civiltà, che ha avuto intelligenze strepitose, è oggi impazzito e i suoi abitanti, almeno gran parte, non ne hanno più coscienza, si sentono apolidi, italiani per caso e pensano di essere loro inadeguati, incapaci, falliti”.

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