Thailandia, vendetta dei ribelli musulmani: donna uccisa e bruciata viva

di Stefania Arpaia

 Bangkok. Una donna è stata uccisa e bruciata viva, pubblicamente in piazza, sotto gli occhi increduli e impotenti dei passanti.

L’atroce omicidio è avvenuto nella città di Pattani, nel sud della Thailandia, dove ormai da anni vengono realizzati atti di violenza da guerriglie di musulmani ribelli. La donna, di 28 anni, moglie di un ufficiale di polizia, è stata uccisa mentre era al mercato per fare la spesa. I criminali hanno poi dato fuoco al suo corpo inerme, lasciando accanto al cadavere un biglietto. Ed è stato proprio quel pezzo di carta a spiegare la violenta uccisione: la giovane buddista è stata uccisa per vendetta.

“Questa è la ricompensa per i nostri tre bambini uccisi dalla vostra gente, vi uccideremo finchè la vostra gente continuerà ad occupare la nostra terra”, così recitava il foglio. Ispirandosi al cosiddetto “occhio per occhio, dente per dente”, i musulmani ribelli non ci hanno pensato due volte prima di uccidere la donna, per vendicarsi dell’uccisione dello scorso 3 febbraio in cui tre bambini di nove, cinque e tre anni persero la vita.

ribelli considerano colpevoli di quegli omicidi le autorità thailandesi e da lì è nata la scelta di uccidere la moglie di un ufficiale di polizia. Gli scontri tra buddisti e musulmani sono ormai attivi dal 2004 e nonostante gli accordi di pace del 2013, sembra che la situazione non sia ancora sotto controllo, soprattutto nelle città di Pattani, Yala e Narathiwat. Il numero delle vittime ha raggiunto quasi i 6mila morti.

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