Camorra, clan Zazo: 29 arresti e sequestri per 400 mln tra hotel e cavalli

di Redazione

 Roma. 29 persone sono state tratte in arresto, martedì mattina, dagli agenti del centro operativo della Dia di Roma e della squadra mobile capitolina, per associazione di stampo camorristico, truffa ed estorsione aggravata dall’aver agevolato il clan Zazo.

21 degli arrestati sono finiti in carcere, gli altri otto ai domiciliari. Dalle indagini è emerso che gli Zazo (o “Zaza”, dal nome del boss napoletano Michele Zaza, morto nel 1994) avevano realizzato una fitta rete di investimenti, in varie regioni d’Italia, delle risorse finanziarie prodotte della gestione delle proprie attività illecite, come il traffico di stupefacenti e l’estorsione a commercianti e imprenditori nel quartiere napoletano di Fuorigrotta.

Il clan, con i proventi delle attività illecite, aveva acquistato immobili a Roma, Gorizia, Genova, Caserta e impiantato e sorretto numerose società nel settore immobiliare ed edilizio, alberghiero, della ristorazione, del commercio di auto, della gestione patrimoniale e finanziaria, del gioco e scommesse, della gestione di scuderie di cavalli da corsa. Tutti beni sottoposti a sequestro, per un valore complessivo di circa 400 milioni di euro.

Le investigazioni hanno puntato soprattutto su Ciro Smiraglia (nipote del defunto Michele Zaza e referente per le attività “economiche” del clan sulla capitale) e i suoi stretti congiunti (il padre, un fratello e le sue due sorelle).

I sequestri riguardano 41 fabbricati, di cui 18 (villini, negozi, appartamenti) situati tra Roma e dintorni, così come: 5 terreni su complessivi 14 sequestrati;

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4 alberghi: il Bellambriana, una grande struttura turistico-ricettiva in zona Aurelia, a 4 stelle su sei piani, con oltre 90 camere e suite, 5 sale meeting, un grande garage privato, due ristoranti (TerraMia e Posillipo), uno interno ed uno esterno a bordo piscina, e una spa attrezzata; l’Abitart in zona Piramide, albergo di design a 4 stelle, su 5 piani con 65 camere e l’annesso elegante e lussuoso ristorante-lounge bar Estrobar; il G Hotel e il Joy Hotel, due strutture alberghiere sulla Pontina all’altezza di Pomezia, il primo a 4 stelle con 56 camere , ristorante, sale meeting, il secondo a 2 stelle con 21 camere; un locale notturno in pieno centro storico (il Moods in corso Vittorio Emanuele), uno spazio multifunzione con design a 5 stelle, cocktail bar e discoteca;

20 società, tutte con sede legale a Roma e provincia, operanti nei settori immobiliare ed edilizio, alberghiero e ristorazione, commercio di autovetture, gestione patrimoniale e finanziaria, gioco e scommesse, gestione scuderie cavalli da corsa.

Tra gli altri beni sequestrati oltre al villaggio turistico sulla collina di Cogoleto (Genova) (denominato Villa Beuca, con oltre venti ville a ridosso della costa ligure) anche: 18 cavalli da corsa tra i quali figurano alcuni discendenti del notissimo purosangue “Varenne”; numerose autovetture ed uno yacht di 23 metri ormeggiato a Porto Santo Stefano; svariate decine di rapporti bancari.

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