“Identità nella Storia”, incontro all’Isiss ‘Conti’

di Redazione

 AVERSA. L’Identità nella storia. La continuità nella tradizione. Questo il percorso che sarà sviluppato nell’importante manifestazione di sabato 16 febbraio che restituirà, nella sua pienezza, l’Istituto Osvaldo Conti alla città, superando incrostazioni interpretative che gli hanno fatto torto in questi anni.

La scuola, ponte educativo sul futuro. La pretesa non è di risolvere i tanti problemi che rendono difficile il presente, ma di offrire stimoli di pensiero che aprano speranze verso il tempo futuro, per affrontarlo nella consapevolezza che “il mondo moderno è una prova di velocità fra l’educazione e la catastrofe “, come dice Herbert G. Wells; convinti, però, anche che l’educazione sarà più veloce della catastrofe stessa. Il sogno di ogni scuola deve essere quello di unire i due grandi momenti col ponte della formazione. Lo scrigno del tempo non contiene cose inutili, leggere il nostro passato aiuta a capire quello che siamo orientando, magari, il cammino da continuare.

La storia di questo Istituto viene da lontano e, pur avendo assunto forme nuove negli anni, come è giusto che sia per ogni realtà viva, ha conservato la sua natura di una istituzione inserita nel tessuto della propria società, capace di dare risposte aperte alla crescita culturale, economica, sociale e spirituale di tante generazioni di ragazzi e giovani. Il Parente ricorda che nel grandioso e antichissimo cenobio benedettino di S. Lorenzo “dimorano di presente circa 450 alunni addetti alle arti, ed i più alla musica.”( Origini e vicende ecclesiastiche della Città di Aversa, Napoli 1858,vol.II,289).

Il terzo millennio impone nuovi comportamenti, qualità e stili di vita, che necessitano di una scuola autocosciente del proprio ruolo, capace di insegnare non solo competenze professionali, ma cultura ed educazione, per riproporre all’uomo di oggi il rischio della speranza nella ricerca di una vita non dominata dalla pragmatica, dalla tecnica e dalla paura. E a leggere il nostro passato di Istituto che ha segnato fin nel profondo, intersecandola, la sua storia con quella della città normanna, ci aiuterà la dottoressa E.

Donisi, musicologa sannita, autrice di un libro sulle scuole musicali dell’orfanotrofio San Lorenzo, dove si ridisegna la fitta trama culturale di questa Istituzione, ancor prima di essere trasformata in scuola tecnica. Antico Istituto d’arti e mestieri, divenne poi – successivamente al 1866 – il San Lorenzo, anche grazie alla pervicacia dell’allora sindaco Parente, costruendo la propria fama di importante polo d’istruzione e vera fucina di valenti artigiani e artisti, richiesti ovunque. Si ricorda ancor oggi la rinomata scuola di ebanisti, fra le tante preziose officine presenti nella scuola d’allora.

Nel corso degli anni l’antico Cenobio benedettino trasformatosi – dopo la soppressione napoleonica – in collegio femminile, poi in orfanotrofio militare, via via fino alle scuole musicali e all’istituto d’arti e mestieri, e poi in Istituto Professionale, costituisce, attualmente, un Isiss (Ist. Statale d’Istruz. Second. Sup.) comprendente sia il Professionale che il Tecnico.

Le professionalità espresse dal personale docente in questi anni ha consentito di porre in essere una dimensione di vivacità culturale in grado di passare dalle manifestazioni delle Sfilate di fine anno, fiore all’occhiello del settore moda, alla partecipazione lusinghiera a manifestazioni nazionali come le Olimpiadi del patrimonio, con classificazione di primo e di secondo posto in anni diversi, e Le giornate del FAI di primavera, al Bello in piazza e Adotta un monumento, sul piano cittadino.

Dalle gare sportive dei Giochi della gioventù – che han riempito di coppe le vetrine del Conti – all’apprendimento dell’Inglese ai livelli più alti, con corsi Cambridge in Inghilterra. Dal cimentarsi in gare nazionali di matematica o scienze, all’approfondimento di percorsi di cittadinanza attraverso i Pon sulla legalità e l’ambiente. E tanto altro ancora. Lavoro e dedizione che ha guadagnato alla scuola l’ingresso nell’Albo delle Eccellenze del MIUR nell’a.s. 2008-2009, albo in cui compaiono solo dieci scuole per anno.

Ma se l’oggi dice di una scuola che ha cercato di rispondere con alta professionalità al diritto di formazione delle giovani generazioni di questi ultimissimi decenni, la riforma scolastica e lo stravolgimento dei nostri stili di vita, proietta la scuola verso percorsi sempre più sofisticati e in continuo rinnovamento, per poter rispondere sempre più e sempre meglio alle esigenze del mondo del lavoro sia industriale che artigianale.

Se, infatti, le energie profuse nel preparare al meglio gli studenti, attraverso l’alternanza scuola- lavoro, hanno consentito ai nostri giovani di accedere ad importanti percorsi di apprendimento nelle aziende sia cittadine sia del centro-nord del paese, è pur vero che l’adeguamento a percorsi europei e alle richieste delle aziende, apriranno nuovi scenari che saranno illustrati dal prof. D. Napolitano.

In un tempo di crisi in cui il gap economico con le regioni del nord-Europa si va marcando sempre di più, infatti, occorre forse riflettere sulle percentuali di accesso all’istruzione tecnica sempre più alta in questi paesi, mentre i paesi neolatini del mediterraneo insistono ancora sulla formazione classico-liceale che necessita di percorso universitario e non soddisfa la richiesta delle aziende.

Ma istruire vuol dire formare alla vita in senso più ampio. Vuol dire quindi attenzione e conoscenza del territorio che si abita, della sua storia, delle sue necessità, vuol dire educare alla solidarietà, perché formare l’uomo significa formarlo nella sua globalità. Da qui la volontà di aprire il Conti ad una più fattiva e concreta collaborazione con le realtà del territorio, soprattutto con la straordinaria ricchezza delle associazioni di volontariato e di cultura, per interpolarsi sempre meglio col vissuto cittadino.

Anima e motore di questo nuovo corso, la prof.ssa Mena di Grazia, neo Dirigente dello storico Istituto, che col fervore che la caratterizza, non ha solo costruito certosinamente questo importante appuntamento, ma che, con la sua formazione storica, ha voluto riportare in luce il glorioso passato della scuola. Ecco perché l’intervento della Donisi; la richiesta all’Amministrazione Comunale del Librone benedettino del 1884, da esporre durante la manifestazione, redatto da un monaco cassinese e che, nel 1889, è stato premiato all’esposizione Universale di Parigi per il ricco e interessante contenuto artistico; la riscoperta di preziosi documenti e testi antichi – tra cui altri tre Libroni benedettini -, ciò che rimane del patrimonio del vecchio San Lorenzo.

Una identità e una progressione nel solco della tradizione che vedrà l’Isiss Conti confermato dai massimi responsabili amministrativi e politici della scuola campana e produrrà interessanti collaborazioni con Università e Confindustria, tutti altrettanto presenti sabato. Le importanti adesioni registrate fra le numerosissime associazioni e le autorità scolastiche, amministrative e religiose che interverranno, sottolineano la comune attenzione per la più antica istituzione scolastica della città normanna.

Rosaria Capone

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