Si conclude il progetto “Bell’Anatroccolo”

di Redazione

PARETE. Volge al termine il progetto ‘Bell’Anatroccolo’ sostenuto dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e attuato dall’associazione Centro Animazione Missionaria Cam in rete con il comune di Parete, l’associazione “La Tribù” e la cooperativa Uomo.

L’idea progettuale è nata dall’analisi dei bisogni delle donne e dei minori che vivono situazioni di forte disagio familiare a Parete. Il progetto è stato finalizzato al miglioramento delle condizioni individuali e familiari di 10 donne e di 10 minori a rischio di emarginazione sociale. Il sostegno alle donne e ai minori è stato attuato in un’ottica educazionale che privilegia la relazione, l’autopromozione con l’ausilio di vari interventi in rete tra loro. Tutti gli interventi sono stati funzionali ad un’azione di ‘tutoraggio sociale’ che si fonda sulla consapevolezza che in ogni persona, per quanto grave sia la situazione di disagio e di degrado che si trova a vivere, esistano già le potenzialità per un riscatto morale e sociale e che il loro sviluppo è favorito dalla creazione di legami di fiducia e solidarietà con gli altri.

Le donne e i minori in difficoltà sono stati individuati grazie alla collaborazione con i servizi sociali del Comune di Parete e con la Cooperativa uomo. Alle donne si è dato sostegno allo sviluppo delle potenzialità di inserimento nel mondo lavorativo e sociale, attraverso un laboratorio di informatica di base sostenuto da insegnanti qualificati, perseguendo così l’obiettivo delle pari opportunità. Per i minori sono stati organizzati laboratori di giocoleria, clowneria e fiabe, attraverso i quali essi hanno potuto migliorare la capacità di gestione dei conflitti e dunque la qualità delle relazioni tra pari.

Al termine del progetto è stato pubblicato un libro a cura di Marilena D’Angiolella che ha coordinato le attività, con l’intento di diffonderne i risultati e far conoscere le buone prassi. D’Angiolella che attualmente è anche l’assessore alle politiche sociali ribadisce: “Ogni nucleo familiare ha bisogno di un itinerario di crescita dei suoi membri, piccoli e grandi, perché si manifestino pienamente le loro potenzialità. Tanto più nelle famiglie che vivono disagi personali e sociali, e in maniera specifica in quelle monogenitoriali, si fa impellente l’urgenza di un sostegno pedagogico adeguato. Si è perciò assicurato, per quanto possibile, un contesto di ‘rete’, di ‘comunità’ in cui le donne e i minori si sono sentiti ospitati, non rifiutati, e in cui hanno potuto sostare come attori responsabili, in spazi e tempi che hanno percepito come propri e costruiti con loro e per loro”.

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