Visite guidate e turisti stranieri al Museo Atellano

di Redazione

Museo AtellanoORTA DI ATELLA. Dopo la stimolante visita degli amici spagnoli al Museo di Atella a Succivo – effettuata da una folta delegazione venuta in pellegrinaggio al santuario di Orta per la forte devozione a S. Salvatore da Horta – …

… visita guidata dall’Archeoclub locale e tenutasi il 24 febbraio scorso, il Museo si appresta a programmare la Settimana della Cultura, in collaborazione, appunto, con Archeoclub di Atella e quei Comuni ed Associazioni che aderiranno all’iniziativa. La novità interessante è quella di riscoprire una serie di testimonianze davvero notevoli, che ci rendono orgogliosi per il fatto che sono collocate nel nostro Museo “a motivo del loro valore artistico e storico”. Ma anche perché, rimanendo nell’ambito della circostanza delle “visite straniere” che vanno sempre più aumentando, esse – queste ricche testimonianze – attualmente fanno parte di una Mostra di vari “Beni archeologici italiani” usciti dall’Italia nel 2009 per esposizioni internazionali in Germania, in Olanda, ecc…e che sono tuttora esposti in Giappone.

La cosa, evidentemente, è per noi atellani un motivo in più d’orgoglio, per l’intrinseco riconosci- mento delle nostre “cose atellane” e la visibilità data giustamente alla loro notevole “validità storica e documentaria” sia della romanità che delle arti e bellezze italiane. Figurano, infatti, tra gli altri “oggetti” storico-archeologici in esposizione fuori del territorio nazionale, le ricostruzioni di due cofanetti portagioie, di legno, con applicazioni di lamine e plac- chette residue, tutte d’avorio, scolpite a rilievo e riportanti preziose figure allegoriche e/o mitolo- giche, nonché un grosso “disco in avorio” del sec.II°a.C.), scolpito nelle dee facce e riproducente scene con corpi di “figure semisdraiate ” e mezze nude, con ai piedi degli amorini giocherelloni…

Senonché, in una visita attenta ed esaustiva, non può sfuggire – od altrettanto viva e stimolante come quella fatta per i catalani “devoti di S. Salvatore da Horta” oppure in quelle che si terranno nella Settimana della Cultura ovvero, infine, in quelle che si programmeranno per il “trentennale di Gemellaggio”, in nome di Virgilio poeta, tra i Comuni atellani e quello di Virgilio (che sarà ricordato a fine ottobre prossimo) e con la visita prevista della Delegazione degli amici del Municipio di Virgilio, in provincia di Mantova – non può sfuggire, si diceva, la possibilità di ammirare, nel cortile, un tronco di colonna dorica “smussata” (d’epoca romana), una pietra cilindrica di grosse dimensioni (proveniente dalle campagna a sud di Frattamaggiore e simile a quelli di Succivo/via Astragata, di Trentola/Marcianise, di S. Arcangelo/Caivano), di sicuro nata come macina da torchio per la produzione d’olio e, perciò, pertinente ad una masseria/villa rustica e che, successivamente, venne adibita come termine posto (al pari delle altre citate) sul limite di proprietà terriere centuriate, e stante agli incroci o tra strade interpoderali o anche, infine, tenuto in tali siti come segnale d’avviso di un vicino corso d’acqua o d’una palude. E tutto ciò, oltre alle tantissime bellezze archeologiche, di finezza artistica e rilevante pregio testi- moniale, esposte nelle sale del I° e II° piano del museo.

In quest’ultimo, sono raccolti resti risa- lenti ai secc.VIII-VI a.C (necropoli orientalizzante di Gricignano). Nel I^, invece, tra gli altri, si conservano alcuni resti molto antichi (età del bronzo finale – 2000/1800 a. C.) nonché reperti dei secc.VI-V o d’ età arcaica, e, soprattutto, numerosi materiali ceramici d’età posteriore, vale a dire età classica campana e romana (dal sec IV a. C. sino ad epoca imperiale dopo Cristo). Volendo (ma trattasi di reperti non ancora esposti ! ), sarebbe possibile, anche se molto difficile, poter ammirare un notevole resto di pavimento “a mosaico” (proveniente da villa rusitca romana di S. Arcangelo di Caivano); alcuni minuti ma importanti resti d’epoca remota relativi a villaggi di pastori e tracce di fuga, trovati nelle campagne di Afragola e Caivano, quando imperversavano le eruzioni del Vesuvio oppure dei resti afferenti a canali irrigui nelle terre di Gricignano; vario materiale vascolare (secc.IV-II a:C. ed altro anche più tardo o d’epoca imperiale), proveniente dalle terre di Frattaminore (vasellame da necropoli dell’ex via Crispano, figure piatte femminili in terracotta colorata, trovate in area Cavone) o dalle campagne di Orta di Atella (vasellame in bronzo e in ceramica, candelabro in avorio) o dal tenimento di S.Arpino (area archeologica della città antica,da dove risultano provenire un‘ erma marmorea di Giove “laureato” ed una figura femminile – forse la Dea Mater Matuta oppure una delle tre Parche – scolpita su pietra parallelepipeda di “color grigio”).

Mai esposte, e dunque non visibili anche in questa “visita immaginata”, le testimonianze preistoriche repertate “a Ponterotto” di Orta di Atella (esposte in minima “parte/esemplare” al Museo di S. Maria Capua Vetere) e nelle campagne di Gricignano (lavori per Linea Tav), tutte risalenti al IV e III millennio a.C. Ma molte altre e varie testimonianze si conservano “ nei depositi”, tutte ritrovate ed afferenti il territorio dei nostri paesi. Si spera solo che l’Unione dei Comuni Atella od il Consorzio, o Fondazione che dir si voglia, sappia rinnovarsi e trovare prima coraggio e fede per “stare insieme” e poi raccogliere forze e fondi sufficienti (anche col concorso necessario dei privati!) per sistemare l’intero Museo e i suoi depositi nel nuovo Museo dell’ex Municipio di Atella, riprendendo contemporaneamente gli scavi e, con certezza, sistemare e salvaguardare al netto la villa sinora riemersa, dando nuova linfa al Parco Archeologico che – come retaggio storico e morale, oltre che un dovere politico, amm/tivo e socialmente didattico – interessa concretamente tutti i paesi ad esso intorno. E allora altro che visite delle Scuole …e di stranieri, in delegazione o come semplici turisti…

inviato da Andrea Russo

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