Trentola Ducenta, Griffo: “Accesso abusivo a cantiere scuole? Apicella mi crede Tamberi, solo calunnie”

di Redazione

Trentola Ducenta (Caserta) – È una replica articolata e durissima quella di Michele Griffo, chiamato in causa – senza essere mai citato per nome – dal sindaco Michele Apicella, che nei giorni scorsi ha parlato di un “ex sindaco” introdottosi, insieme a un ex dipendente comunale, nell’area di cantiere dove sono in fase di completamento i lavori per la realizzazione di due nuove scuole. Un accesso definito “furtivo” e “piuttosto goffo”, avvenuto senza autorizzazione e in violazione delle norme di sicurezza.

Griffo respinge ogni addebito e contesta duramente il contenuto e il linguaggio delle accuse: «Il sindaco Apicella, come sempre, non si limita più alla propaganda: oggi sceglie deliberatamente la calunnia politica, travestita da comunicazione istituzionale. Parlare di “violazione di cantiere” è un atto gravissimo, non un’opinione. Ed è proprio per questo che le sue affermazioni risultano inermi, inconsistenti e codarde, perché prive dell’unico atto che darebbe loro dignità: una denuncia formale».

Sul punto centrale, la posizione è netta: «Ribadisco, con assoluta fermezza: il sottoscritto non è mai entrato nel cantiere, non ha mai oltrepassato recinzioni, non ha mai violato alcuna norma. La mia presenza è stata limitata esclusivamente a suolo pubblico, circostanza verificabile da chiunque».

Segue l’affondo sul piano delle competenze: «Colpisce, e non poco, che un sindaco avvocato di lunghissima esperienza dimostri una disinvoltura così pericolosa nel confondere – o fingere di confondere – concetti elementari come la distinzione tra suolo pubblico e area di cantiere. Distinzione che, per inciso, è ben nota anche a chi per anni ha svolto funzioni ispettive e conosce perfettamente limiti, competenze e responsabilità».

L’invito al primo cittadino è esplicito: «Se davvero vi fosse stata una violazione, come il sindaco afferma con tanta sicumera, lo invito pubblicamente – senza tentennamenti e senza ambiguità – a presentare immediata denuncia alle autorità competenti. Il resto è solo fumo, utile a coprire difficoltà politiche e amministrative sempre più evidenti».

C’è spazio anche per l’ironia: «L’idea che una persona della mia età possa aver scavalcato la recinzione del cantiere prospiciente via Pietà rasenta il ridicolo. Dovrei forse essermi trasformato in Gianmarco Tamberi, capace di saltare 2,22 metri, o in Javier Sotomayor, detentore del record mondiale di salto in alto con 2,45 metri?».

Il giudizio sulla ricostruzione è tranchant: «Non siamo di fronte a un’inchiesta, ma a una narrazione grottesca, degna più della propaganda che di un sindaco della Repubblica».

Griffo richiama quindi passaggi politici del passato: «È allora opportuno ricordare che un bel gruppo di persone “di una certa età” sostenne Apicella nelle elezioni del 2018 e del 2020, quando non era nemmeno in grado di presentare autonomamente una lista. All’epoca, quelle persone dovevano godersi serenamente i nipotini o sostenere Apicella?». E aggiunge: «Il parcheggio dell’ex caseificio Ranucci, tra gli altri episodi, docet». «E giova ricordare che quell’elezione si concluse con un solo voto di scarto».

Il tema dell’età ritorna: «A proposito di età: la persona che di fatto esercita il ruolo di sindaco, in sostituzione dell’“Apicella giovane”, dovrebbe godersi i nipotini oppure è un Superman dotato di poteri speciali?. Perché il problema non è l’età, ma la coerenza. E quella, evidentemente, manca».

Un passaggio riguarda anche chi avrebbe alimentato la ricostruzione: «Ma vi è un aspetto che il sindaco, forse per ignoranza o forse per convenienza, evita accuratamente di affrontare. Il soggetto che ha alimentato questa ricostruzione è stato per lungo tempo Ispettore del lavoro, figura che conosce perfettamente i limiti tra suolo pubblico e area di cantiere». Da qui l’accusa: «Il suo intervento appare quindi finalizzato non ad accertare la verità, ma ad avallare le bugie diffuse da Apicella».

E ancora: «Se davvero non conoscesse tali limiti, allora dovrebbe spiegare ai cittadini perché, nel corso degli anni, siano state elevate sanzioni pesantissime per presunte violazioni che oggi, alla luce dei fatti, risulterebbero non corrispondenti alla realtà. In entrambi i casi, il quadro che emerge è tutt’altro che edificante».

Griffo poi riflette: «Se – per pura ipotesi – vi fosse stata una violazione di cantiere, la responsabilità non sarebbe certo dell’osservatore esterno, bensì di chi quel cantiere ha il dovere di governarlo, sorvegliarlo e metterlo in sicurezza. Se qualcuno fosse entrato – cosa che non è avvenuta – ciò significherebbe una cosa sola: mancata vigilanza, omissione di controllo, grave responsabilità tecnica e amministrativa».

La conclusione è netta: «Ed è qui che il castello di carte di Apicella crolla. Perché o mente sapendo di mentire, oppure – scenario ancora più inquietante – ammette implicitamente che il cantiere non era adeguatamente controllato. In entrambi i casi, non ne esce assolto».

Sul linguaggio utilizzato: «L’uso disinvolto di termini come “violazione”, “intrusione”, “accesso abusivo” non è solo scorretto: è pericoloso, perché tenta di costruire una verità alternativa, utile esclusivamente a distrarre l’opinione pubblica dai problemi reali della città e da vicende amministrative che altri stanno già valutando con ben maggiore serietà».

E infine: «Se il sindaco pensa di intimidire, ha sbagliato bersaglio. Se pensa di alzare una cortina fumogena, i cittadini non sono ingenui». «Se pensa di trasformare un atto politico in una colpa penale, abbia almeno il coraggio di portare le sue accuse davanti a chi di dovere». «Io non mi sottraggo a nulla. Sono pronto a qualsiasi confronto pubblico, a qualsiasi verifica, a qualsiasi sede istituzionale. Ma non accetto lezioni di legalità da chi usa la menzogna come strumento di sopravvivenza politica».

La chiusura è affidata a un appello diretto: «Questo non è una difesa. È un atto di verità finalizzato a ristabilire la verità integrale dei fatti, contro una ricostruzione artificiosa fondata su illazioni, forzature e dichiarazioni false. La competizione politica si conduce tra avversari, non tra nemici». E l’ultimo passaggio: «Trentola Ducenta merita serietà, trasparenza e responsabilità. Non falsi allarmi, non dichiarazioni menzognere, non scorciatoie propagandistiche». «Con i fatti si governa, con le bugie si precipita».

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