Una rete capace di muovere carichi di cocaina in tutta l’Unione Europea, gestita da un broker albanese nascosto nei Paesi Bassi e con una base operativa nella capitale. È lo scenario ricostruito dagli investigatori che hanno portato all’arresto di otto persone, finite in carcere con l’accusa di associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti.
L’operazione – Su delega della Procura della Repubblica di Roma – Direzione distrettuale antimafia, i finanzieri del comando provinciale hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere. Il provvedimento è stato disposto dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Roma, al termine di un’inchiesta coordinata dalla Dda e sviluppata dal Gruppo investigazione criminalità organizzata del Nucleo di polizia economico-finanziaria.
La regia dall’estero – Gli accertamenti hanno delineato un sodalizio strutturato, promosso da un cittadino albanese residente nei Paesi Bassi. Attraverso piattaforme di messaggistica criptata avrebbe gestito il traffico di ingenti quantitativi di cocaina sul territorio europeo, compresa l’Italia, impartendo le direttive operative ai complici stanziati a Roma.
La cellula capitolina – Nella capitale, un’organizzazione con ruoli gerarchici definiti curava la logistica dell’importazione. La rete provvedeva alla ricezione dei carichi, allo stoccaggio in depositi situati in diversi punti della città e allo smistamento dello stupefacente, destinato alle piazze di spaccio di quartieri come Borghesiana, Pigneto, Spinaceto, Torre Spaccata, Alessandrino, Tor De Cenci, Finocchio, Capannelle e Tor Bella Monaca. Parte della merce veniva venduta anche a gruppi criminali concorrenti.
Corrieri e auto modificate – Per il trasporto sono stati utilizzati corrieri italiani e veicoli alterati con doppi fondi, predisposti con l’aiuto del titolare di una concessionaria compiacente.
Sequestri e arresti in flagranza – Le indagini hanno documentato oltre 210 chili di cocaina movimentata, di cui 130 sequestrati. Lo stupefacente, dal valore commerciale stimato in circa 1 milione di euro, ha portato nel corso dell’inchiesta anche all’arresto in flagranza di tre persone, un italiano e due cittadini albanesi. IN ALTO IL VIDEO

