Un’indagine che parte dai rubinetti e arriva agli uffici pubblici. La Procura di Crotone ha ordinato l’acquisizione di atti per ricostruire la gestione del servizio idrico integrato a Isola Capo Rizzuto, dopo anni di disagi e ordinanze che hanno vietato l’uso dell’acqua per scopi domestici. Un quadro di criticità ritenuto ormai strutturale dai residenti, sfociato oggi in un intervento mirato degli inquirenti per verificare responsabilità, controlli e interventi rimasti senza risposta.
Documenti negli enti pubblici e nella società di gestione – I carabinieri della compagnia di Crotone e del nucleo investigativo del comando provinciale hanno eseguito un decreto di esibizione documentale a carico del Comune di Isola Capo Rizzuto, della Sorical (Società risorse idriche calabresi), dell’Arpacal, dell’Arrical e dell’Azienda sanitaria provinciale di Crotone. L’acquisizione riguarda atti, relazioni tecniche, comunicazioni istituzionali e documentazione relativa al funzionamento del potabilizzatore comunale e alle verifiche sulla qualità dell’acqua. Al momento non risultano indagati.
Il ruolo della Procura – L’attività è coordinata dal procuratore Domenico Guarascio, che ha delegato ulteriori accertamenti per definire ruoli e tempistiche degli enti coinvolti nella gestione del sistema idrico. Nel mirino ci sono i controlli effettuati nel tempo, le azioni intraprese e quelle eventualmente mai messe in pratica, nonché la catena di responsabilità tra amministrazioni e società di gestione.
Le ordinanze e il malcontento dei cittadini – La sindaca Maria Grazia Vittimberga, dal 2023, ha firmato numerose ordinanze con cui ha vietato la potabilità dell’acqua e il suo utilizzo ai fini domestici, decisioni che hanno generato preoccupazione e disagi. La crescente pressione della popolazione ha alimentato un clima di allarme: decine di segnalazioni sono state inviate nei mesi scorsi al Comune e alle autorità sanitarie, chiedendo interventi urgenti e chiarimenti sulla sicurezza del servizio.
Gli obiettivi dell’indagine – La Procura punta a verificare eventuali irregolarità nella gestione del sistema idrico, l’efficacia dei controlli sulla qualità dell’acqua e la reale capacità dei sistemi di monitoraggio. L’inchiesta si inserisce nel filone delle attività della magistratura crotonese dedicate alla tutela dei servizi pubblici essenziali e alla prevenzione dei reati ambientali, con l’obiettivo di garantire trasparenza, sicurezza e chiarezza su un servizio che per la comunità locale rappresenta un’emergenza quotidiana. IN ALTO IL VIDEO

