Collegno, l’agguato a Marco Veronese ripreso in un video: arrestato il presunto killer

di Redazione

Un’ombra che balza fuori da dietro un’auto, un uomo che cerca di difendersi e venti colpi che mettono fine alla sua vita. È la sequenza di un video di sorveglianza a rivelare la violenza con cui, nella notte del 23 ottobre a Collegno, è stato ucciso Marco Veronese, imprenditore di 39 anni. Quelle immagini, diffuse oggi dai carabinieri di Torino, sono diventate la chiave dell’indagine che ha portato all’arresto del presunto responsabile: Michele Nicastri, attuale compagno dell’ex moglie della vittima.

Le indagini – Le immagini delle telecamere di via Sabotino sono al centro di un’indagine coordinata dalla procura diretta da Giovanni Bombardieri. Il 4 novembre l’autorità giudiziaria aveva confermato il fermo di Nicastri, definito “una persona legata sentimentalmente alla ex compagna della vittima, che ha poi confessato l’omicidio”. I carabinieri del nucleo investigativo del reparto operativo di Torino e della Compagnia di Rivoli hanno esaminato centinaia di sistemi di videosorveglianza, pubblici e privati, ricostruendo ogni fase: dall’arrivo dell’uomo sotto casa della vittima alla fuga a bordo di un veicolo la cui traiettoria è stata tracciata passo dopo passo.

Il video – Nelle immagini Veronese cammina verso il portone della casa dei genitori, una sigaretta in mano. Un’ombra si nasconde dietro un’auto parcheggiata a filo del marciapiede. Quando l’imprenditore getta il mozzicone e si avvicina all’ingresso, quella figura salta fuori all’improvviso: cappuccio calato, giacca blu, zaino sulle spalle. L’aggressione è immediata. I due lottano, poi Veronese si accascia mentre l’uomo infierisce con oltre venti coltellate. Il timestamp della telecamera del bar Bermuda, in corso Francia, segna l’1.35, ma un frammento registrato all’1.39.21 diventa l’immagine chiave dell’indagine.

Le accuse e la versione dell’indagato – Per la procura le immagini “inchiodano” Nicastri, 49 anni, e sostengono l’ipotesi della premeditazione. Secondo gli investigatori, l’uomo avrebbe raggiunto Collegno dopo mezzanotte, parcheggiando il furgone alle 23.55 e attendendo l’arrivo della vittima per oltre un’ora. Dopo l’agguato, la fuga immediata a bordo dello stesso mezzo. L’ingegnere informatico, arrestato il 3 novembre, ha ammesso l’omicidio ma contesta la premeditazione. “Ero andato lì solo per tagliargli le gomme dell’auto. Non volevo ucciderlo. Lui aveva un coltellino, io mi sono difeso”, ha dichiarato, assistito dai difensori Luca Calabrò e Chiara Gatti. Una versione che entra in conflitto diretto con quanto mostrato dal filmato, che lo ritrae uscire dal nascondiglio e aggredire la vittima.

Il movente – Secondo quanto emerso dalle verifiche dei carabinieri, il delitto sarebbe legato a dissidi familiari per l’affidamento dei figli avuti da Veronese con la sua ex compagna e al legame sentimentale tra lei e Nicastri. Un contesto privato che, nella notte di ottobre, si sarebbe trasformato in una lunga attesa e poi in un assalto fatale, oggi documentato in un video che diventa prova centrale per l’accusa. IN ALTO IL VIDEO

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