La rete telefonica di Tramonti, nell’Alta costiera amalfitana, si è spenta per mesi senza che nessuno immaginasse la causa: un furto sistematico di componenti preziosi all’interno delle centrali di telecomunicazione. A far scattare le misure cautelari sono state le indagini dei carabinieri della stazione locale insieme ai militari di Amalfi, coordinate dalla procura di Salerno, che hanno individuato tre responsabili accusati di aver depredato gli impianti per rivendere rame e altri metalli di valore.
L’indagine – Il lavoro investigativo è nato dai continui guasti registrati su 2.800 linee fisse della zona, rimaste inutilizzabili per privati cittadini e uffici pubblici. Il danneggiamento non era dovuto a problemi tecnici, ma alla sottrazione di parti essenziali degli impianti: 28 testine che contenevano contatti in rame, berillio, bronzo fosforoso e platino.
Le accuse – Secondo la ricostruzione degli inquirenti, tra maggio 2024 e marzo 2025 i tre indagati si sarebbero introdotti più volte nelle centrali telefoniche del territorio, trafugando componenti per un valore complessivo di 12mila euro. La sottrazione di quei terminali avrebbe causato malfunzionamenti e interruzioni delle comunicazioni su migliaia di utenze fisse.
Le misure – L’esecuzione dell’ordinanza applicativa della misura cautelare personale dell’obbligo di dimora è stata disposta dal gip del tribunale di Salerno su richiesta della procura, nei confronti di Vincenzo Bottino, Giovanni Marigliano e Vincenzo Briola, accusati di furto aggravato in concorso.

