Il nuovo filmato agli atti dell’inchiesta sulla strage ferroviaria di Brandizzo rompe il silenzio di quei secondi e mostra la squadra di operai già sui binari mentre il treno diretto a Torino entra in stazione senza che la circolazione risulti interrotta. Le immagini di videosorveglianza e gli audio delle telefonate tra il caposcorta e la sala operativa di Rfi, diffusi per la prima volta, restituiscono la sequenza di decisioni, ritardi e fraintendimenti che precedono l’impatto del 30 agosto 2023, costato la vita a cinque lavoratori impegnati in un intervento di manutenzione.
I cinque operai morti sui binari – A perdere la vita furono i dipendenti della Sigifer di Borgo Vercelli: Kevin Laganà, 22 anni, di Vercelli; Michael Zanera, 34 anni, anche lui di Vercelli; Giuseppe Sorvillo, 43 anni, nato a Capua ma residente a Brandizzo; Giuseppe Saverio Lombardo, originario di Marsala e residente a Vercelli; Giuseppe Aversa, 49 anni, di Chivasso. Erano impegnati in un intervento di manutenzione quando il convoglio li ha travolti, trasformando una notte di lavoro in un cratere di responsabilità che oggi passa attraverso i filmati, gli audio e i 24 nomi iscritti nel fascicolo della Procura.
Il filmato della stazione – Le telecamere della stazione di Brandizzo inquadrano i binari e i movimenti degli operai della ditta Sigifer mentre sono impegnati nelle operazioni di manutenzione. Il convoglio proveniente da Chivasso e diretto a Torino entra progressivamente nell’inquadratura senza rallentamenti evidenti, fino all’impatto, improvviso e violentissimo, che travolge la squadra al lavoro. Pur senza dettagli ravvicinati, il video restituisce la brutalità di un evento consumato in pochi secondi. Il materiale è stato sequestrato dalla polizia ferroviaria nelle ore successive alla tragedia ed è considerato uno degli elementi chiave per la ricostruzione tecnica della dinamica. Dalla stessa acquisizione emerge che gli operai erano al lavoro sui binari già alle 23:43, quando non era ancora arrivato il via libera formale all’interruzione della circolazione.
Gli audio con la sala operativa Rfi – Al filmato si affiancano gli audio delle telefonate tra Antonio Massa, caposcorta della squadra di manutenzione e sopravvissuto all’incidente, e la dirigente della circolazione ferroviaria di Rfi Vincenza Repaci. Le conversazioni, registrate nelle fasi immediatamente precedenti e successive allo schianto, restituiscono un quadro operativo segnato da concitazione e continui aggiornamenti. Nel materiale si sente Massa comunicare la presenza della squadra sui binari pochi istanti prima dell’impatto; subito dopo, la sua voce conferma la gravità di quanto appena accaduto. Secondo gli accertamenti svolti nel corso dell’inchiesta, i lavori sarebbero iniziati mentre la circolazione ferroviaria risultava ancora attiva, con gli operai in linea senza la conferma definitiva dell’interruzione, elemento ritenuto centrale dagli investigatori per valutare la catena di comunicazioni e autorizzazioni.
La sequenza degli orari e l’impatto alle 23.49 – Le registrazioni ricostruiscono minuto per minuto l’avvicinarsi del punto di non ritorno. Alle 23:27 Massa chiede informazioni sulla circolazione e Repaci lo avverte di un ultimo transito previsto per le 23:48, concordando di aggiornarsi dopo le 23:30 per definire l’avvio delle attività. Nei minuti successivi si susseguono altre chiamate: alle 23:45 transita un convoglio e, un minuto dopo, Massa chiede formalmente di poter richiedere l’interruzione dei treni. Da Chivasso viene segnalato che un treno merci è ancora previsto in linea e che serve una conferma definitiva. La situazione evolve rapidamente: mentre la conversazione è ancora in corso e l’autorizzazione non è stata concessa, gli operai sono già sui binari e iniziano a svitare i bulloni delle rotaie. Alle 23:48 Repaci richiama Massa e riferisce che il treno merci dovrebbe passare all’1:30, aprendo ipoteticamente una finestra di circa un’ora per i lavori. Massa accetta e formalizza telefonicamente la richiesta di interruzione dalle 00:01 all’1:30, ma in quel momento la squadra è già sulla sede ferroviaria. È mentre pronuncia queste parole che il convoglio entra nell’inquadratura: sono le 23:49. L’impatto è immediato. Massa interrompe la chiamata e urla, poi richiama Repaci per comunicare l’accaduto: “C’è ’sto treno che è passato, pensavo non ci fossero più treni. Ha preso le persone”. La dirigente replica che il passaggio delle 23:50 era stato segnalato e che l’interruzione non era ancora attiva. Massa, sconvolto, aggiunge: “Gli ho rovinato la vita”.
L’inchiesta della Procura di Ivrea e i 24 indagati – La Procura di Ivrea ha chiuso l’indagine lo scorso luglio individuando 24 indagati, di cui 21 persone fisiche e tre società: Rfi, Sigifer e Clf. Le contestazioni, a vario titolo, vanno dall’omicidio colposo al disastro ferroviario colposo. L’iniziale ipotesi di omicidio volontario non è stata confermata nell’atto conclusivo. Nel registro degli indagati compaiono dirigenti e tecnici delle società coinvolte, responsabili della sicurezza e figure operative presenti quella notte. L’obiettivo della magistratura è mettere a fuoco l’esatta sequenza di decisioni, comunicazioni e omissioni che hanno portato alla strage, valutando le responsabilità lungo l’intera filiera organizzativa, dall’assetto dei turni fino alla gestione in tempo reale dei flussi di traffico e delle autorizzazioni.


