“Inside Africa”, dieci giorni di intercultura con “Aspri d’Autore” al Quartiere Borbonico

di Antonio Taglialatela

Per dieci giorni il Quartiere Borbonico di Casagiove (Caserta) si è riempito di colori, suoni e linguaggi che arrivano dal continente africano. Dall’8 al 18 novembre il festival Inside Africa, promosso dall’associazione di promozione sociale Aspri d’Autore, ha proposto un percorso di mostre, cinema, moda e musica per raccontare la cultura come strumento di dialogo tra Italia e Africa, chiudendo con la consegna degli attestati di merito agli artisti che hanno esposto le loro opere nel salone storico del complesso borbonico.

Inside Africa, un festival per il dialogo – La manifestazione, organizzata da Ottavia Patrizia Santo, ha dedicato all’Africa una grande mostra collettiva che ha raccolto opere di scultura, pittura, fotografia e installazioni. Numerosissimi i visitatori che, nel corso di tutta la durata del festival, si sono avvicendati nelle sale per ammirare i lavori degli artisti e partecipare ai diversi momenti di approfondimento. Durante il finissage, l’organizzatrice insieme al critico d’arte Mino Iorio ha consegnato gli attestati di merito a tutti gli autori, riconoscendo il contributo che ciascuno ha dato alla riuscita dell’iniziativa. «Noi tutti dell’associazione siamo soddisfatti del grande successo di Inside Africa perché riteniamo che l’arte e la cultura siano necessarie per lo sviluppo e la crescita del paese», ha dichiarato Ottavia Patrizia Santo, che ha ringraziato tutti gli artisti, gli ospiti, i partecipanti, i membri dell’associazione, i partner e le istituzioni che hanno appoggiato l’iniziativa, in particolare al sindaco Vozza e all’assessore alla Cultura, Caiazza, per l’ospitalità, e al pubblico che ha seguito numerosissimo.

Il documentario e la storia del medico missionario – Il festival si era aperto con la proiezione del documentario Inside Africa di Gaetano Ippolito. Protagonista del film è Giuseppe Valente, medico missionario campano attivo in Africa da diversi anni, impegnato a mettere la propria esperienza professionale al servizio di comunità in cui il tasso di mortalità continua a crescere. Da un lato il regista lo segue con la camera a mano negli incontri, nelle visite, nella quotidianità del lavoro; dall’altro entra nel suo vissuto personale, fatto di solitudine, silenzi e ricordi. Facendo luce sul tema della morte – e su come un bambino africano impari a riconoscerla e ad accettarla fin da piccolo come qualcosa di naturale – il documentario si trasforma in una riflessione sul valore della vita e su ciò che un uomo può fare per migliorare la propria esistenza e quella delle persone che lo circondano.

Il dibattito con gli esperti – Al confronto dopo la proiezione hanno partecipato, insieme all’autore e regista e al dottor Valente, Lia Pannitti, presidente del comitato Unicef Caserta, il sociologo Vladimiro Ariano, l’avvocato Monica Ippolito, Rossana Ferraro del Dipartimento Giustizia Odv, Tommaso Roviello, docente universitario e designer accessori moda Etiopia, Sow Mamath, presidente dell’Associazione Senegalese” di Napoli, e Pierre Preira, segretario Associazione “Senegalese” di Napoli. Un parterre di voci che ha contribuito a illuminare, da prospettive diverse, i temi affrontati nel film: la tutela dei diritti dei bambini, le disuguaglianze sociali, le radici culturali delle comunità africane e le possibili strade di cooperazione con il territorio campano.

Moda e musica dai colori d’Africa – Uno dei momenti più coinvolgenti del festival è stato la sfilata di moda senegalese curata dallo stilista Arona Gammo, un vero e proprio viaggio nei tessuti, nei tagli e nelle cromie dell’Africa occidentale. A completare il quadro, un omaggio ai suoni del continente con la performance del gruppo Mamma Africa e l’esibizione di Gerardina Rainone, che hanno portato nel Quartiere Borbonico ritmi e atmosfere capaci di coinvolgere il pubblico.

Gli artisti in mostra – La sezione espositiva ha visto protagonisti, con opere e linguaggi diversi, Domenico Ruggiero e Marica Crisci (autori della mostra fotografica Inside Africa), insieme ad Agnese Violetta, Anna Maria Scarcella, Antonella Sirignano, Antonietta Paolella, Antonio Roviello, Antonio Torino, Assunta Improta, Carmela Infante, Cristina Flaviano, Daniela Capuano, Elena Rossi, Fabio Baccigalupi, Francesca Rusciano, Francesco De Angelis, Giovanna Giordano, Giulio Salamiti, Giulia Maisto, Giuseppe Caputo, Leonilda Fappiano, Lorenzo Di Marino, Melissa Iodice, Mirta Tortora, Paola Paesano, Paola Crispino, Pasquale Zaccarella, Roby Marciano, Rosa Arbolino, Rosalia Vigliotti, Rosalinda Peluso, Sara Granà, Sara Silberstein, Stefy Lucy Cavaioulo, Vincenza La Croce, Vincenzo Russiello, Vincenzo Faraldo, Vincenzo Piatto e Michela Orefice. Una costellazione di nomi che ha contribuito a costruire un racconto corale, fatto di sguardi, materiali, tecniche e sensibilità differenti.

Fotografi e scultori – Il percorso è stato ulteriormente arricchito dal lavoro dei fotografi Bianca Giaquinto, Clementina Vasturzo, Domenico Ruggiero, Marica Crisci e Paolo Lizzi, che hanno offerto ulteriori chiavi di lettura del rapporto tra Africa e Italia, e dalle sculture di Michele Mazzone, Michelangelo Cice e Mimmo Santacroce, in dialogo costante con le altre opere presenti in mostra. Un insieme di linguaggi che ha confermato la vocazione di Inside Africa a essere non solo un evento espositivo, ma un vero spazio di incontro interculturale.

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