Ogni settimana fino a tre chili di cocaina ed eroina attraversavano la frontiera di Ventimiglia nascosti nello stomaco dei corrieri, per alimentare le piazze di spaccio del Veneto e della Lombardia e generare profitti fino a mezzo milione di euro. È lo scenario ricostruito dall’Operazione “Marshall” dei carabinieri di Vicenza, che ha disarticolato un sodalizio criminale formato da cittadini nigeriani, tutti regolarmente presenti in Italia, accusati di aver organizzato un traffico di stupefacenti su scala transnazionale.
L’indagine della Dda di Venezia – L’inchiesta, avviata nel 2023 e durata quasi due anni, è stata coordinata dalla direzione distrettuale antimafia della procura di Venezia. Al termine delle attività investigative, il gip del tribunale lagunare ha emesso 20 ordinanze di custodia cautelare in carcere: 18 sono state eseguite, mentre due destinatari del provvedimento risultano ancora irreperibili. Contemporaneamente sono state disposte ed effettuate decine di perquisizioni domiciliari, non solo tra Vicenza e il Veneto, ma anche in altre regioni e nelle province di Viterbo e Frosinone.
La base a Vicenza e il canale olandese – Secondo quanto accertato dai militari della compagnia di Vicenza, la consorteria aveva il proprio fulcro operativo nel capoluogo berico. Da qui veniva gestita una rete capace di garantire rifornimenti costanti di droga e una distribuzione capillare nelle principali piazze di spaccio della città, della provincia, del resto del Veneto e della limitrofa Lombardia. Il canale di approvvigionamento, rimasto invariato lungo tutto l’arco dell’indagine, era stabilito nei Paesi Bassi, da cui partivano le partite di cocaina ed eroina dirette in Italia.
Corrieri ovulatori e frontiera di Ventimiglia – Il trasporto avveniva tramite corrieri ovulatori, i cosiddetti “body packer”, che ingerivano ovuli termosaldati contenenti lo stupefacente. Una volta partiti dai Paesi Bassi, raggiungevano la Francia e da lì entravano in Italia attraverso la frontiera di Ventimiglia a bordo di treni passeggeri. Lo schema, secondo gli investigatori, si ripeteva con cadenza pressoché settimanale: ogni volta un singolo corriere portava circa 1 chilo di droga – cocaina o eroina – suddiviso in ovuli da circa 11 grammi ciascuno. Nel complesso, il flusso stimato arrivava fino a tre chili di stupefacente puro alla settimana.
Dalle sigle sugli ovuli alla rete locale di spaccio – Su ogni ovulo era riportata a pennarello una sigla che indicava l’acquirente finale. Un dettaglio che ha consentito ai carabinieri di ricostruire la rete di distribuzione sul territorio, collegando la droga ai vari referenti locali. Tutti i destinatari delle misure cautelari sono ritenuti, a vario titolo, inseriti in questa filiera: dal vertice che dall’Italia gestiva i contatti con il fornitore olandese, fino ai corrieri ovulatori e al gruppo incaricato del confezionamento e dello smercio al dettaglio nelle piazze di spaccio cittadine.
Gli episodi chiave tra Padova, Venezia e Vicenza – Le attività tecniche di intercettazione e i servizi di osservazione hanno permesso di documentare numerosi episodi ritenuti significativi. Nell’aprile 2025, alla stazione ferroviaria di Padova, una 34enne è stata arrestata mentre trasportava 1,1 chili di cocaina nascosti nel reggiseno, suddivisi in 110 ovuli, dopo essere giunta in Italia dalla Francia. Nel settembre 2024, un intervento in un’abitazione di Camponogara, in provincia di Venezia, ha portato al sequestro di 46 ovuli di cocaina, per circa 500 grammi complessivi: alcuni erano stati appena gettati nello scarico nel tentativo di sottrarli al controllo dei militari. Nello stesso mese, alla stazione ferroviaria di Vicenza, un corriere 35enne è stato fermato con 20 ovuli di cocaina, due trovati nel borsello e 18 ingeriti, poi espulsi in ambiente ospedaliero.
Il linguaggio in codice e i flussi di denaro – Nel corso delle indagini è stato decodificato anche il linguaggio criptico usato dagli indagati nelle conversazioni. La parola “TOP” indicava la cocaina, “SPA” l’eroina, “Pantaloncino” le dosi da 5 grammi, mentre l’espressione “Fogli di caramelle” si riferiva al denaro contante. Il sequestro di quaderni contabili manoscritti ha permesso di fotografare gli incassi giornalieri e le movimentazioni economiche collegate al traffico, con pagamenti effettuati tramite bonifici internazionali verso conti correnti in Nigeria per importi nell’ordine delle decine di migliaia di euro.
La valutazione del gip e il blitz sul territorio – Nel disporre la custodia cautelare in carcere per tutti e venti gli indagati, il gip del tribunale di Venezia ha sottolineato la “pericolosa professionalità” del gruppo e il concreto rischio di fuga, anche alla luce dei numerosi precedenti specifici contestati ad alcuni appartenenti all’organizzazione. L’esecuzione delle ordinanze e delle perquisizioni ha visto impegnati circa 300 carabinieri provenienti da tutti i comandi provinciali del Veneto, con il supporto dei colleghi di Lombardia ed Emilia-Romagna, delle squadre di intervento speciale di Trentino-Alto Adige e Friuli Venezia Giulia, dei battaglioni di Mestre e Padova, delle unità cinofile antidroga e del nucleo elicotteri dell’Arma, che ha garantito la sorveglianza dall’alto per tutta la durata dell’operazione. IN ALTO IL VIDEO

