Un’ampia porzione del web si è improvvisamente fermata, lasciando milioni di utenti senza accesso a servizi essenziali e piattaforme molto utilizzate. Per oltre un’ora, applicazioni e siti internet in tutto il mondo hanno smesso di funzionare o hanno caricato contenuti a singhiozzo a causa di un malfunzionamento di Cloudflare, l’infrastruttura che gestisce sicurezza, rete e prestazioni per un’enorme quantità di piattaforme online.
L’interruzione e i primi effetti – Il blocco ha coinvolto servizi di enorme diffusione, da X (ex Twitter) a Spotify, fino a ChatGpt, Canva e al videogioco League of Legends. Alcuni portali non risultavano raggiungibili, altri caricavano solo parzialmente, altri ancora alternavano momenti di funzionamento a improvvisi arresti. In difficoltà anche Downdetector, il sito che monitora e pubblica aggiornamenti sui malfunzionamenti delle principali piattaforme digitali.
Il nodo tecnico – Le prime criticità sono state registrate intorno alle 12.30. Cloudflare ha spiegato sul proprio sito di essere al corrente dell’interruzione e di aver già individuato la causa tecnica. Alle 12.37, in un aggiornamento ufficiale, l’azienda ha scritto: «Stiamo assistendo al ripristino dei servizi, ma i clienti potrebbero continuare a riscontrare tassi di errore superiori alla norma mentre continuiamo gli sforzi di ripristino». Il ritorno alla normalità è stato graduale, con servizi che hanno ripreso a funzionare in modo intermittente prima della stabilizzazione.
Il ruolo di Cloudflare – L’infrastruttura colpita gestisce funzioni cruciali per il traffico globale: difesa dagli attacchi informatici, smistamento dei flussi di rete e sistemi che garantiscono l’accessibilità dei siti. Un malfunzionamento di questa portata mette in luce la centralità di tali tecnologie e la loro influenza sull’ecosistema digitale mondiale.
