Hanno provato a far sputare contante agli sportelli con un comando informatico, come in un videogioco criminale: cavi di rete collegati all’Atm, un malware inoculato nel sistema e banconote pronte a uscire a raffica. I carabinieri del Gruppo di Frascati, su delega della Procura di Roma (dipartimento “Criminalità diffusa e grave”), hanno eseguito un’ordinanza del gip del Tribunale di Roma nei confronti di tre cittadini romeni, ritenuti parte di un’organizzazione specializzata nel cosiddetto “jackpotting” o “cashout”, responsabile di accessi abusivi ai sistemi informatici e furti aggravati (anche tentati) su bancomat nella Capitale e in varie città italiane.
L’inchiesta – Le indagini, condotte dai carabinieri della stazione di Roma Tor Bella Monaca, sono nate da due tentativi falliti ai danni di un istituto di credito in via Casilina. Stesso schema: danneggiata la parte frontale dell’Atm, collegamento ai cavi di rete e comando da remoto per forzare l’erogazione del denaro. I successivi accertamenti, coordinati dai magistrati del dipartimento “Criminalità diffusa e grave” della Procura, diretti dall’aggiunto Giovanni Conzo, hanno delineato un sodalizio strutturato: due indagati con il ruolo di capi, promotori ed esecutori; il terzo come esecutore materiale della manomissione degli sportelli tramite l’introduzione del malware nel software dell’Atm.
Il modus operandi – La tecnica, relativamente nuova in Italia ma già diffusa negli Stati Uniti e in vari Paesi europei, prevede la manomissione fisica dello sportello e l’inoculazione di un virus o di un dispositivo capace di impartire ordini al software dell’istituto di credito. Per riuscire, servono “manovali” sul posto per i collegamenti e complici da remoto che instaurano il dialogo tra il sistema operativo dell’Atm e il malware, costringendo la macchina all’erogazione del contante.
I tentativi a via Casilina – Nei due episodi monitorati a Roma, il piano si è inceppato “per cause non dipendenti dalla volontà” dei malviventi: gli sportelli sono stati danneggiati e cablati, ma non hanno rilasciato banconote. Quei tentativi hanno però fornito agli investigatori la traccia decisiva per risalire al gruppo e ricostruirne struttura e compiti.
I precedenti in Belgio – Nel corso dell’attività, due indagati sono stati arrestati anche in esecuzione di mandati d’arresto europei emessi dalle autorità belghe: sono indiziati di appartenere a un’organizzazione criminale transnazionale responsabile di colpi analoghi a Sint-Niklaas e Dessel, commessi il 14 e il 17 novembre 2021. IN ALTO IL VIDEO

