Una rete di abusi e omissioni, intercettata dai carabinieri a Cuneo e nei comuni vicini dove è scattata l’esecuzione di 17 misure cautelari a carico di operatori e dirigenti della cooperativa «Per Mano», accusati di maltrattamenti, lesioni personali, sequestro di persona e violenza privata nei confronti di 18 ospiti con gravissime forme di autismo. Due le persone in carcere, quattro agli arresti domiciliari, undici con divieto di avvicinamento e comunicazione e obbligo di presentazione quotidiana alla polizia giudiziaria. Sequestro preventivo per la struttura, dei beni aziendali e dei conti correnti.
La ricostruzione – L’indagine, avviata nel dicembre 2024 dalla Compagnia carabinieri di Cuneo con il supporto del Nucleo investigativo del Reparto operativo, delle Compagnie dipendenti del comando provinciale, del Nas di Alessandria e del Nil di Cuneo, ha delineato un quadro di condotte ritenute gravi a carico di più soggetti della cooperativa. Il 14 ottobre scorso il gip del Tribunale di Cuneo, su richiesta della Procura, ha emesso i provvedimenti cautelari, poi eseguiti il 23 ottobre.
Le misure e i destinatari – In carcere sono finite la direttrice Emanuela Bernardis e la coordinatrice Marilena Cescon; seguono quattro arresti domiciliari e undici divieti di avvicinamento, in alcuni casi con braccialetto elettronico. In totale gli indagati sono 21, con quattro persone a piede libero. «Abbiamo potuto vedere registrazioni aberranti», ha dichiarato il comandante provinciale dei carabinieri, Marco Piras, descrivendo le condizioni documentate all’interno dei centri.
Frode nelle forniture e gestione irregolare – Tra le ipotesi al vaglio figura la frode nelle pubbliche forniture. Secondo gli elementi raccolti, tra dicembre 2024 e giugno 2025 la cooperativa avrebbe fatturato alle Asl convenzionate oltre 1 milione e 400mila euro più Iva. La Procura ha contestato anche la responsabilità amministrativa dell’ente. È stato rilevato un turnover eccessivo di personale non qualificato, con addetti senza abilitazioni che in alcuni casi avrebbero somministrato farmaci ai ragazzi, anche minorenni, per tenerli “tranquilli”. Nelle stanze sarebbero stati trovati materassi bagnati d’urina e una gestione inadeguata della mensa.
I sequestri e il commissariamento – Il gip ha disposto il sequestro preventivo dell’intera cooperativa con sede a Borgo San Giuseppe di Cuneo e delle strutture collegate: la casa famiglia «Con Noi», il nucleo residenziale «Stella Alpina» e il centro diurno «Tetto Nuovo». È stato nominato un commissario. Il trasferimento degli ospiti si è concluso tra il 24 ottobre e il 3 novembre, grazie al coordinamento dell’Asl Cn1.
Il ruolo dell’Asl – La Procura ha sottolineato il «prezioso intervento istituzionale» dell’Asl Cn1: oltre sessanta professionisti – medici, psicologi, infermieri, educatori e operatori specializzati – hanno garantito assistenza, nuova collocazione e continuità delle cure a tutti gli ospiti, ripristinando condizioni di sicurezza e tutela.
Le prove e le cautele – Il fascicolo include monitoraggi tecnici e videoriprese: un secondo filone ipotizza condotte più recenti, con le stesse figure apicali e parte del personale coinvolti. Le misure cautelari mirano anche a evitare la distruzione di prove e a scongiurare il rischio di reiterazione. «Le verifiche proseguiranno, ma resta ferma la presunzione di innocenza per tutti gli indagati», ha precisato il procuratore della Repubblica di Cuneo, Onelio Dodero.
Il precedente procedimento – Il nuovo troncone si innesta su una prima inchiesta, conclusa con il rinvio a giudizio di dodici tra operatori, educatori e sanitari per fatti collocati tra il 2014 e il 2019. Dagli atti emergono – secondo l’accusa – pratiche di sopraffazione e abbandono: contenimenti impropri, stanze d’isolamento, farmaci sedativi usati in modo non corretto, carenze di personale e di medicinali essenziali.
Le persone offese – Le strutture accoglievano adulti e ragazzi con autismo o gravi patologie psichiche. Dopo il sequestro, l’Asl Cn1 ha assunto in via temporanea la gestione degli ospiti, assicurando assistenza sanitaria e psicologica continua. L’obiettivo dichiarato dalle autorità è duplice: accertare le responsabilità penali e restituire fiducia alle famiglie. IN ALTO IL VIDEO

