La frenata russa sul cessate il fuoco immediato riapre le faglie tra i fronti della guerra. Mentre il Cremlino insiste sulla necessità di “una pace duratura e stabile”, linea che Vladimir Putin e Donald Trump avrebbero condiviso nel vertice in Alaska, Kiev e i partner europei rilanciano l’urgenza di fermare i combattimenti, prendendo l’attuale linea del fronte come base per i negoziati.
La posizione di Mosca – “Siamo contrari a un cessate il fuoco immediato, perché serve una pace duratura e sostenibile”, ha ribadito il ministro degli Esteri Sergei Lavrov. Una cessazione immediata, ha aggiunto, significherebbe “dimenticare le cause profonde del conflitto” e andrebbe contro “gli accordi raggiunti durante le lunghe trattative” fra Putin e Trump al vertice di Ferragosto in Alaska.
Il fronte di Kiev e dei leader europei – In una dichiarazione congiunta, Volodymyr Zelensky, i vertici Ue e i leader europei della Coalizione dei Volenterosi affermano: “Sosteniamo con forza la posizione del presidente Trump secondo cui i combattimenti devono cessare immediatamente e l’attuale linea di contatto deve costituire il punto di partenza dei negoziati”. E precisano: “Rimaniamo fedeli al principio secondo cui i confini internazionali non devono essere modificati con la forza”.
Trump tra realismo e pressing su Mosca – Per il presidente americano “l’Ucraina potrebbe ancora vincere, ma non credo ci riuscirà”. Trump ha spiegato di aver chiesto a Putin di fermare gli attacchi contro i civili ucraini. Secondo due funzionari americani citati dal Wall Street Journal, avrebbe detto a Zelensky di non poter contare a breve sulla fornitura dei Tomahawk. Nel colloquio, raccontano le fonti, Trump avrebbe mostrato frustrazione e rifiutato di visionare le mappe di combattimento portate dalla delegazione ucraina, chiarendo che la priorità è porre fine alla guerra senza vincoli su specifici esiti territoriali.
La polemica di Mosca contro Ue e Nato – “Gli Stati Ue e la Nato stanno lavorando per ostacolare ogni cosa. Sono la forza più distruttiva sulla scena internazionale. Non c’è da stupirsi che si dedichino a ogni tipo di sabotaggio”, attacca il viceministro degli Esteri Sergei Ryabkov. Lo stesso Ryabkov ha smentito che un incontro tra il segretario di Stato Usa Marco Rubio e Sergei Lavrov sia stato rinviato: “Non possiamo rimandare qualcosa che non abbiamo concordato”.
Von der Leyen: difesa europea da rafforzare – “Vorrei essere chiara: anche se finirà la guerra di Putin, le sue illusioni imperialiste non scompariranno. Dobbiamo essere pronti alle minacce di oggi e di domani”, ha detto la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen presentando in plenaria al Parlamento europeo il programma 2026 dell’esecutivo comunitario. “Dobbiamo continuare a rafforzare la nostra difesa e la deterrenza. Per decenni abbiamo parlato di costruire un’Europa della Difesa, ora è giunto il momento di realizzare questa idea”.
Il dossier Bulgaria e i movimenti diplomatici – La Bulgaria, “se verrà richiesto”, si è detta pronta a fornire un corridoio aereo a Putin per raggiungere Budapest e incontrare Trump. Lo ha annunciato il ministro degli Esteri di Sofia Sofia Georgiev.
La guerra sul terreno – Intanto le truppe russe hanno colpito un impianto energetico nella regione di Chernihiv con un drone, lasciando senza elettricità la parte settentrionale dell’area. Lo ha riferito il sindaco di Slavutich, Yurii Fomichev. La notizia è riportata da Ukrainska Pravda.