Un allarme duro e circostanziato scuote il cantiere della nuova gestione dei rifiuti in provincia di Caserta. A lanciarlo è Giovanni Guarino, segretario regionale UilTrasporti Campania, che denuncia incongruenze nel Piano industriale 2026–2040 dell’Eda Caserta e l’assenza di confronto con i sindacati, chiedendo un incontro urgente con il vicepresidente della Regione Campania, Fulvio Bonavitacola, e minacciando la mobilitazione se non arriveranno risposte immediate.
Le accuse del sindacato – «Gravi incongruenze nei dati, tagli nascosti ai livelli occupazionali e una mancata convocazione delle organizzazioni sindacali, nonostante i solleciti formali inviati nelle scorse settimane», afferma Guarino. «Abbiamo trasmesso una richiesta di incontro urgente al Vicepresidente della Regione Campania, Fulvio Bonavitacola, per fare chiarezza su quanto sta accadendo e per salvaguardare tutti i posti di lavoro, in particolare quelli dei lavoratori ex Consorzio Unico di Bacino (Cub) e degli operatori impiegati nelle attuali gestioni dei diversi Sad della provincia».
Documento “vuoto” e piani in conflitto – Per UilTrasporti, l’“informativa ai sindacati” inviata dall’Eda è priva di contenuti sostanziali e non risponde ai rilievi sollevati. Il nuovo Piano industriale 2026–2040, approvato con Delibera n. 5/2025, non coinciderebbe con il Piano d’Ambito 2020 validato a livello regionale. «Le discrepanze sono enormi, i livelli di inquadramento del personale vengono abbassati, il numero complessivo degli addetti ridotto, e nella stima rientrano addirittura i lavoratori stagionali, appena 50 unità complessive, equivalenti a 0,5 per ciascuno dei 103 Comuni dell’Ato», denuncia il sindacato. «È un dato assurdo, del tutto incompatibile con un servizio di igiene urbana efficiente».
Ex Cub, il nodo delle assunzioni – Il sindacato contesta il ridimensionamento della platea ex Consorzio Unico di Bacino: «Secondo gli elenchi ufficiali, l’articolazione Caserta conta 78 unità aventi diritto, ma nel piano dell’Eda si prevede l’assunzione di sole 40 persone», osserva Guarino. «Ci chiediamo su quale criterio si fondi questa scelta e come possa conciliarsi con la legge regionale 14/2016, che impone il completo riassorbimento del personale proveniente dai Consorzi. Ancora una volta si tenta di ridimensionare una platea di lavoratori già penalizzata da anni di incertezze e promesse mancate».
Basi dati “fragili” e rischio contenziosi – UilTrasporti mette in dubbio l’attendibilità dei numeri su cui l’Eda avrebbe costruito il piano: «L’Eda dichiara di aver calcolato i fabbisogni di personale sulla base delle informazioni fornite dai Comuni. Ma sono gli stessi Comuni che, in precedenti gare, hanno alterato i dati sui costi della manodopera e sulla reale composizione delle piante organiche. Lo testimoniano peraltro le numerose segnalazioni inoltrate all’Anac». Di qui l’avvertimento: «Il rischio di un maxi contenzioso legale è concreto e altissimo. Un’operazione che rischia di ripetere gli errori del passato, abbiamo già visto cosa succede quando si costruiscono sistemi di gestione dei rifiuti su basi distorte (fallimenti, precarietà e servizi scadenti), per questo non permetteremo che Caserta riviva la stagione dei Consorzi».
Il fronte del confronto sindacale – Nel mirino anche la posizione dell’Eda sul dialogo con le parti sociali: «Nonostante le previsioni della legge regionale 14/2016 e del decreto legislativo 36/2023, l’Eda Caserta dichiara di non essere soggetto attivo nel sistema delle relazioni industriali motivando la rinuncia al dialogo con le parti sociali, commettendo, a nostro avviso, è un grave errore ed una mancanza di rispetto, soprattutto nei confronti della Nostra Organizzazione Sindacale», afferma Guarino. «Riteniamo che sia un’affermazione gravissima, che calpesta il principio di partecipazione sindacale e mina la legittimità dell’intero procedimento».
La richiesta alla Regione – UilTrasporti ha formalizzato alla Regione Campania la convocazione urgente di un tavolo con la vicepresidenza e la Direzione generale del Ciclo integrato dei rifiuti, con quattro obiettivi: «Verificare la coerenza tra Piano d’Ambito 2020 e Piano industriale 2026–2040; riesaminare i fabbisogni di personale per SAD e livelli; garantire la piena applicazione della legge regionale 14/2016; sospendere ogni procedura potenzialmente lesiva dei diritti dei lavoratori». E precisa: «Non chiediamo favori, chiediamo legalità e rispetto delle regole. Vogliamo che questa riforma parta nel segno della trasparenza e della giustizia sociale, non sull’ennesima pelle dei lavoratori».
La soglia della mobilitazione – Il sindacato mette un termine politico alla vertenza: «Se non dovessero giungere risposte immediate dalla Regione Campania, metteremo in campo tutte le iniziative sindacali e istituzionali necessarie. Difenderemo fino in fondo il lavoro, la legalità e la dignità dei lavoratori del ciclo dei rifiuti casertano».