Caserta, stop allo Stadio del Nuoto: Oliviero chiede la riapertura immediata

di Redazione

Caserta – Chiusura improvvisa, vasche svuotate dopo trent’anni, attività azzerate: lo Stadio del Nuoto di via Laviano si ferma e con esso una comunità sportiva intera. A denunciarlo è Gennaro Oliviero, presidente del Consiglio regionale della Campania, che punta il dito contro uno stop definito «incomprensibile» e dagli effetti «devastanti» per atleti, famiglie e associazioni.

Il caso – «Giù le mani dallo Stadio del Nuoto. È inaccettabile quanto sta accadendo alla storica struttura di via Laviano». Per Oliviero, «si è deciso di chiudere una piscina perfettamente funzionante, che fino al giorno prima accoglieva atleti, bambini, persone con disabilità e decine di associazioni sportive cittadine». «Una scelta incomprensibile, che sta provocando danni enormi sul piano sociale, sportivo ed economico». «Caserta non può essere privata di un bene pubblico che rappresenta la storia e la dignità dello sport campano». Il presidente ricorda gli investimenti per le Universiadi: «Cinque anni fa furono investiti oltre un milione di euro e in quelle corsie hanno nuotato campioni come Massimiliano Rosolino». «Distruggere oggi tutto questo patrimonio è un atto che la città non può accettare».

L’incontro con gli operatori – Il commento arriva «a margine dell’incontro con i rappresentanti delle associazioni che da anni operano all’interno dell’impianto». «Ho ascoltato la voce di chi, con sacrificio e passione, ha tenuto in vita un presidio di legalità e di comunità», afferma Oliviero. «L’impianto, secondo quanto riferito dagli operatori, era pronto a ripartire: i lavori necessari erano già stati completati, l’acqua era pulita, tutto funzionava». La svolta due settimane fa: «Dopo trent’anni, le vasche sono state svuotate, una scelta che rischia di arrecare danni incalcolabili alla riapertura».

Le contestazioni – «Oggi si parla genericamente di “lavori”, ma non esiste un progetto concreto né una giustificazione tecnica chiara. È stato solo dato un indirizzo amministrativo, senza alcuna visione, mentre si discute persino di ipotesi di privatizzazione in presenza di concessioni ancora in vigore». Il colpo ricade sull’indotto: «È stato fatto crollare un intero indotto economico: società sportive, istruttori, fornitori, famiglie». E sugli agonisti e gli atleti con fragilità: «Gli atleti agonisti hanno perso la loro casa, le persone con disabilità non sanno più dove allenarsi: lo Stadio del Nuoto di Caserta è infatti l’unico impianto con una discesa in cemento, adatta alle sedie a rotelle, che consente un accesso sicuro alle vasche». «È una ferita gravissima per la città e l’intera provincia».

La proposta – Le associazioni chiedono di «prorogare di due anni le convenzioni non utilizzate, per garantire la continuità delle attività ed evitare che si mettano in campo “idee balorde” che nulla hanno a che vedere con l’interesse pubblico». Una via «percorribile e immediata», per Oliviero: «Consentirebbe di riaprire la piscina nei tempi e nei modi dovuti, restituendo ai cittadini un luogo di sport, salute e inclusione». E la chiusura è ultimativa: «Una città capoluogo non può essere lasciata senza il suo cuore sportivo. Questo problema va risolto subito e non con vani proclami politici ma prendendo a cuore un tema che riguarda l’eccellenza di questa Provincia. Lo Stadio del Nuoto di Caserta deve riaprire, e presto».

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