Ucraina, nuova ondata di attacchi russi e tensione diplomatica sulle proposte di pace di Trump

di Redazione

Le speranze di un’intesa tra Kiev e Mosca restano lontane, mentre il conflitto continua a insanguinare il fronte orientale. Nella notte, le forze russe hanno lanciato 55 droni kamikaze contro obiettivi in Ucraina: 46 sono stati intercettati dalla difesa aerea, ma altri hanno colpito infrastrutture e abitazioni nelle regioni di Kharkiv e Dnipropetrovsk, causando vittime e distruzione.

Nel villaggio di Kurganne, nel distretto di Kupyansk, un attacco all’alba ha provocato la morte di un uomo di 59 anni e il ferimento di tre donne, secondo quanto riferito dall’Ufficio del Procuratore regionale. I droni hanno colpito un’area residenziale, innescando incendi e danneggiando abitazioni e strutture annesse. Colpita anche la regione di Dnipropetrovsk, dove missili Grad, droni FPV e bombe aeree KAB hanno danneggiato un’azienda agricola, edifici residenziali e una palestra. Almeno sei abitazioni sono state danneggiate, mentre un incendio ha distrutto una casa privata e un garage.

Tensione diplomatica e accuse incrociate – Sul piano politico, le dichiarazioni del ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov infiammano ulteriormente il clima: secondo Mosca, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky avrebbe rifiutato tutte le proposte avanzate da Donald Trump per arrivare a un cessate il fuoco. “Zelensky ha detto no a tutto, persino all’annullamento della legislazione che proibisce la lingua russa. Come possiamo incontrare una persona che finge di essere un leader?”, ha dichiarato Lavrov alla Nbc. Ma Kiev respinge le accuse e rilancia. In una conferenza stampa congiunta con il segretario generale della Nato Mark Rutte, in visita nella capitale ucraina durante un allarme aereo, Zelensky ha chiarito: “Mosca è l’aggressore, loro ci hanno attaccato. Non so di quali garanzie abbiano bisogno, non capisco”. Ha poi aggiunto: “Donald Trump è l’unica persona che può fermare Putin oggi”.

Garanzie di sicurezza e scontro sul Donbass – Al centro del braccio di ferro rimangono le garanzie di sicurezza richieste da Kiev. “Il nostro obiettivo è arrivare a garanzie davvero efficaci, simili all’articolo 5 della Nato. Dobbiamo sapere chi ci aiuterà sulla terraferma, nei cieli e in mare”, ha affermato Zelensky. Solo dopo l’accordo con i partner internazionali, ha precisato, si potrà valutare un incontro diretto con Vladimir Putin. Il Cremlino, da parte sua, ha fatto sapere che un vertice tra i due leader non è attualmente in agenda, ma che Putin sarebbe disposto a incontrare Zelensky “quando sarà pronto l’ordine del giorno”. Intanto, si accende il dibattito sull’ipotesi di cedere parte dei territori contesi per favorire un’intesa. In un’intervista alla Bbc, l’Alta Rappresentante Ue Kaja Kallas ha avvertito: “Costringere l’Ucraina a cedere territori alla Russia sarebbe una trappola. Lasciare che il Donbass finisca nelle mani del Cremlino legittimerebbe l’aggressione militare”.

Dall’Ue altri 4 miliardi a Kiev – In vista del 34esimo anniversario dell’indipendenza dell’Ucraina, il 24 agosto, l’Unione europea ha annunciato un nuovo pacchetto di aiuti economici da 4,05 miliardi di euro, di cui 3,05 provenienti dal Dispositivo per l’Ucraina e 1 miliardo dall’Assistenza macrofinanziaria eccezionale.

Legge marziale più dura e arresti nel Donbass – Sul fronte interno, il Consiglio dei ministri ucraino ha presentato alla Verkhovna Rada un disegno di legge che introduce il carcere per chi tenta di lasciare illegalmente il Paese durante la legge marziale. Pene fino a cinque anni per coscritti e riservisti, mentre chi danneggia infrastrutture di confine potrà essere condannato fino a tre anni. La Russia, nel frattempo, ha annunciato l’arresto di due presunti agenti dell’intelligence militare ucraina nella repubblica popolare di Donetsk, accusati di aver partecipato a due attentati con autobomba nel 2024 e di pianificare nuovi attacchi. I due sospettati, cittadini russi, avrebbero confessato.

Gelo nei canali d’intelligence occidentali – La direttrice dell’intelligence nazionale dell’amministrazione Trump, Tulsi Gabbard, ha ordinato lo stop alla condivisione di informazioni sui negoziati di pace con l’alleanza dei Five Eyes (Stati Uniti, Regno Unito, Canada, Australia e Nuova Zelanda). Lo riferisce Cbs News, citando fonti dell’intelligence americana.

Trump: “Entro due settimane sapremo se ci sarà la pace” – L’inquilino della Casa Bianca ha rilanciato pubblicamente la sua linea negoziale, dichiarando che “entro due settimane sapremo se avremo la pace”. Ma sul campo, gli attacchi continuano e i colloqui restano sospesi tra accuse reciproche, condizioni politiche inconciliabili e nuovi scenari militari.

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