Aversa (Caserta) – Si è conclusa dopo 72 ore la fuga di Umberto D’Angelo, 65 anni, originario di Aversa, sospettato dell’omicidio del 45enne romeno Ionita Catalin, avvenuto sabato mattina in un ex impianto di rifornimento abbandonato su viale della Libertà. Gli uomini della Squadra mobile di Caserta, con il supporto del commissariato di Aversa, lo hanno individuato durante un’ispezione nei pressi della sua abitazione, a poca distanza dalla scena del crimine.
D’Angelo si nascondeva in una cavità tufacea sotto l’edificio di sua proprietà. La pistola usata per uccidere Catalin non è stata ancora trovata. Secondo le prime ricostruzioni, la lite mortale sarebbe scoppiata per una questione di occupazione abusiva: la vittima viveva nell’area dell’ex distributore, terreno intestato a D’Angelo, che pretendeva un affitto o lo sgombero immediato.
Tra oggi e domani è previsto l’esame autoptico all’Istituto di medicina legale dell’ospedale San Giuliano di Giugliano. L’esito potrebbe chiarire la dinamica e confermare la causa del decesso. Intanto gli inquirenti proseguono le ricerche dell’arma del delitto, concentrando l’attenzione su un movente legato a vecchie tensioni per la gestione dell’area.
D’Angelo non è un volto nuovo alle cronache giudiziarie. Nel 2005 finì al centro di un drammatico episodio che sconvolse la città. Il 5 febbraio di quell’anno, durante una lite con un parcheggiatore abusivo nei pressi del ristorante La Corte, esplose diversi colpi di pistola. Ad avere la peggio fu l’attore e cantante napoletano Gianni Lanni, allora 34enne e noto per il ruolo di Sasà De Vivo in Un Posto al Sole, colpito alla testa mentre si trovava all’esterno del locale con amici, tra cui l’attore Patrizio Rispo.
Nel caos, anche uno dei soci del ristorante, Antonio Zagarello, fu ferito alle gambe. Lanni fu sottoposto a un delicato intervento neurochirurgico a Caserta e riuscì a sopravvivere. D’Angelo si diede alla macchia per due settimane, finché non fu trovato nascosto sotto un letto nella casa della madre. Già gravato da precedenti per reati legati alle armi, venne condannato a cinque anni con rito abbreviato per tentato omicidio e gravi lesioni.