Un vasto patrimonio immobiliare e finanziario, ritenuto frutto di attività illecite, è stato sequestrato dalla Direzione investigativa antimafia nell’ambito di un’operazione scattata su disposizione del Tribunale di Bari – Sezione III in funzione di Tribunale della Prevenzione. Il provvedimento colpisce un noto pluripregiudicato attivo nella provincia Bat (Barletta-Andria-Trani), già condannato per reati legati a droga, estorsioni e armi, con aggravanti mafiose.
Indagini patrimoniali e origine sospetta dei beni – L’operazione trae origine da una precedente inchiesta del commissariato della Polizia di Stato di Canosa di Puglia, alla quale sono seguite approfondite indagini patrimoniali coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia di Bari. Gli accertamenti della Dia hanno evidenziato una significativa sproporzione tra i beni posseduti e i redditi dichiarati dall’uomo, giudicato socialmente pericoloso per i suoi trascorsi criminali.
Beni intestati a prestanome – Il sequestro, in attesa di conferma nella fase del contraddittorio con la difesa, ha interessato un articolato compendio patrimoniale: 26 immobili, tra cui un intero complesso nel centro storico di un comune della Bat, un’azienda agricola e ingenti disponibilità finanziarie, tutte formalmente intestate a terzi ma considerate nella disponibilità effettiva del soggetto indagato.
Due milioni di euro il valore stimato – Il valore complessivo dei beni sequestrati si aggira intorno ai 2 milioni di euro. L’ipotesi alla base del provvedimento è che la ricchezza accumulata sia frutto del reimpiego di proventi derivanti da attività criminali, coerentemente con un modello mafioso di infiltrazione nell’economia legale attraverso l’utilizzo di prestanome.