Due bombardieri strategici B-2 Spirit sono decollati dalla base di Whiteman, in Missouri, diretti verso la base Usa sull’isola di Guam. Un volo che ha attirato l’attenzione della comunità internazionale per la capacità di questi velivoli di trasportare la Massive Ordnance Penetrator, l’arma convenzionale più potente degli Stati Uniti, progettata per penetrare bunker sotterranei come quello dell’impianto nucleare iraniano di Fordow. Un chiaro segnale alla Repubblica islamica.
La guerra tra ombre: raid, droni e obiettivi strategici – Israele intensifica i suoi attacchi mirati. A Qom, in Iran, l’aviazione israeliana ha colpito e ucciso Saeed Izadi, capo della divisione palestinese della Forza Quds, accusato di aver finanziato e armato Hamas. “Un enorme risultato per l’intelligence e l’Aeronautica Militare”, ha dichiarato il ministro della Difesa Yoav Gallant. L’Iaf ha condotto anche un doppio raid nell’Iran occidentale, colpendo tunnel di stoccaggio di missili balistici. In totale sono stati impiegati 15 aerei e oltre 30 bombe. Nel frattempo, nella città di Khorramabad, cinque membri delle Guardie rivoluzionarie iraniane sono stati uccisi in un’operazione israeliana. Tra le vittime figurano Sajjad Madhani e Alireza Sabzipour.
La battaglia invisibile: sabotaggi e arresti – La tensione si è estesa anche a Cipro, dove la polizia ha arrestato un sospetto membro delle Guardie rivoluzionarie iraniane accusato di preparare un attentato contro cittadini israeliani. L’uomo si aggirava con attrezzatura fotografica e tre cellulari in una base militare britannica. Fonti cipriote parlano di informazioni fornite da un’agenzia straniera, probabilmente il Mossad. In Iran, le autorità di Qom hanno annunciato l’arresto di 22 persone accusate di spionaggio per Israele nei primi otto giorni di guerra. “Erano legate ai servizi segreti del regime sionista”, ha dichiarato il capo dell’intelligence locale.
Gaza e Libano sotto le bombe – Nella Striscia di Gaza, almeno 21 civili sono stati uccisi in attacchi aerei israeliani. Le operazioni si sono concentrate a ovest di Rafah, all’incrocio di Shuhada, nel quartiere Zeitoun e in quello di Shuja’iyya. L’esercito israeliano ha reso noto che negli ultimi giorni ha distrutto oltre il 50% dei lanciatori di missili balistici iraniani, costringendo Teheran a riposizionarsi più a est. Anche il Libano è stato colpito. Una nave militare israeliana ha attaccato un sito della Forza Radwan di Hezbollah, vicino a Naqoura. Secondo l’esercito, il sito veniva usato per pianificare attacchi terroristici contro civili israeliani.
Teheran prepara la successione – Nel timore di un attacco letale, la Guida Suprema Ali Khamenei avrebbe nominato tre religiosi come potenziali successori. La notizia, riportata dal New York Times, cita tre funzionari iraniani. L’Assemblea degli Esperti è stata incaricata di scegliere rapidamente un nuovo leader tra i tre designati in caso di sua morte.
Grossi nel mirino e lo scontro diplomatico – Il direttore dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica Rafael Grossi è diventato bersaglio delle critiche iraniane. Un post del consigliere Ali Larijani lo minaccia apertamente: “La pagherà una volta terminata la guerra con Israele”. L’Iran ha anche presentato una denuncia formale al Consiglio di Sicurezza Onu, accusandolo di aver violato il principio di imparzialità. Grossi, parlando alle Nazioni Unite, ha affermato che l’Iran possiede il materiale per costruire un’arma nucleare, ma non sembrerebbe volerlo fare. Parole che per Teheran avrebbero alimentato la legittimazione dell’attacco israeliano.
Putin difende Teheran, Erdogan attacca Israele – Il presidente russo Vladimir Putin, in un’intervista a Sky News Arabia, ha affermato che l’Iran ha pieno diritto a sviluppare tecnologia nucleare per scopi civili. “Non ci sono prove che stia cercando di costruire armi nucleari”, ha detto, offrendo il supporto tecnico di Mosca. Dura la posizione del presidente turco Recep Tayyip Erdogan, che ha accusato Israele di “puro banditismo” per gli attacchi in vari Paesi arabi. “Due milioni di persone a Gaza stanno vivendo condizioni peggiori dei campi di concentramento nazisti”, ha affermato in un discorso durissimo.
Araghchi avverte gli Usa: “Partecipare alla guerra sarebbe molto pericoloso” – Il ministro degli Esteri iraniano Abbas Araghchi, parlando da Istanbul, ha lanciato un monito a Washington: “Se gli Stati Uniti decidessero di entrare in guerra, sarebbe molto, molto pericoloso per tutti”. Intervistato dalla NBC, ha ribadito che “l’autodifesa è un diritto legittimo” e che Teheran risponderà in caso di attacchi anche da parte americana.
L’opposizione italiana: “Basta con il memorandum militare con Israele” – Nel contesto geopolitico infuocato, anche la politica italiana si accende. I leader dell’opposizione – Angelo Bonelli, Giuseppe Conte, Nicola Fratoianni ed Elly Schlein – hanno annunciato il deposito di una mozione unitaria per chiedere la revoca del memorandum d’intesa con Israele e la sospensione di ogni collaborazione militare. “La guerra ha oscurato i crimini contro l’umanità a Gaza e i progetti di annessione della Cisgiordania. Non lasceremo che l’Italia venga macchiata dalla pavidità di Meloni e i suoi epigoni”, scrivono in una nota.
Trump frena sulle truppe, ma valuta l’intervento – Il presidente Donald Trump, pur lasciando aperta la porta a un’azione militare, ha escluso al momento l’invio di truppe di terra: “L’ultima cosa da fare è usare le forze di terra”. Intanto ha criticato la direttrice della National Intelligence per aver sottovalutato la minaccia nucleare iraniana. Tulsi Gabbard, in precedenza accusata di aver ridimensionato la portata del pericolo, ha corretto il tiro: “L’America ha informazioni di intelligence che l’Iran è vicino al punto di costruire un’arma nucleare. E il presidente è stato chiaro: non può accadere”.
Israele: “Abbiamo ritardato la bomba iraniana di due o tre anni” – Il ministro degli Esteri israeliano Gideon Saar ha dichiarato al quotidiano tedesco Bild che l’offensiva israeliana ha avuto “risultati molto significativi”, rallentando il programma nucleare iraniano “di almeno due o tre anni”. Le operazioni avrebbero colpito centinaia di obiettivi tra cui siti militari, laboratori e centri di ricerca.