Piedimonte Matese, i sindaci del territorio contro chiusura Punto Nascita: “Scelta inaccettabile”

di Redazione

Nell’Alto Casertano, dove la sanità pubblica è già messa a dura prova da difficoltà logistiche e carenze croniche di servizi, la decisione di chiudere il Punto Nascita dell’Ospedale “A.G.P.” di Piedimonte Matese è stata accolta con un coro unanime di protesta da parte dei sindaci e delle istituzioni locali.

Nel tardo pomeriggio di giovedì 5 giugno, la sala consiliare della Comunità Montana del Matese ha ospitato una partecipata conferenza dei sindaci, alla quale hanno preso parte i rappresentanti di oltre venticinque Comuni del territorio, da Baia e Latina a Pratella. Con loro anche i presidenti delle Comunità Montane del Matese, del Monte Maggiore e di Monte Santa Croce. A coordinare i lavori, il delegato alla conferenza dei sindaci e il presidente della Comunità Montana del Matese.

Al centro dell’incontro, la presa di posizione decisa contro la scelta annunciata nei giorni scorsi dal presidente della Regione Campania: la chiusura del Punto Nascita dell’ospedale matesino, una struttura che da decenni rappresenta un presidio sanitario essenziale per le comunità montane della zona. I rappresentanti istituzionali hanno espresso “profondo disappunto” per una decisione ritenuta illogica, evidenziando come l’ospedale di Piedimonte Matese ricada all’interno dell’Area Interna del Matese, individuata ufficialmente dalla Regione Campania con delibera del 28 dicembre 2021 e riconosciuta successivamente dal Ministero per il Sud e la Coesione Territoriale.

Secondo la Strategia Nazionale Aree Interne (Snai), queste zone sono contraddistinte da una significativa distanza dai centri in cui si concentrano i servizi fondamentali, tra cui quelli sanitari. Distanza che, nel caso del Matese, è aggravata da condizioni orografiche complesse e una rete viaria disagevole. È su questo punto che si concentra la denuncia dei sindaci: la richiesta di deroga ai parametri ministeriali, che prevedono almeno 500 parti annui per mantenere attivi i Punti Nascita, sarebbe stata respinta per “insussistenza della condizione di disagio orografico”. Una valutazione definita “incomprensibile” dai presenti, che sottolineano invece come il disagio geografico sia evidente e documentabile, sia per le distanze da percorrere che per la morfologia stradale del territorio.

Viene inoltre ricordato come, in situazioni analoghe, la Regione Campania abbia ottenuto deroghe permanenti – come nel caso di Ariano Irpino, nell’Alta Irpinia – o annuali, come per i presidi di Ischia e Vallo della Lucania. Per Piedimonte Matese, invece, la domanda di deroga è stata respinta, suscitando sconcerto e indignazione tra gli amministratori locali. «È paradossale – è stato osservato – che da un lato si fissino soglie minime per garantire l’efficienza dei servizi sanitari e dall’altro non si tengano in considerazione le peculiarità dei territori montani, costringendo le gestanti a trasferimenti rischiosi verso strutture lontane e mal collegate».

A margine dell’incontro, i sindaci hanno sottoscritto una comunicazione formale indirizzata alla Regione Campania e al Ministero della Salute, con la quale si diffida dall’attuare la chiusura del Punto Nascita di Piedimonte Matese. Un documento che rappresenta non solo una presa di posizione politica, ma anche un atto istituzionale per la tutela della salute delle comunità dell’Area Interna del Matese. La conferenza si è chiusa con la proclamazione dello stato di mobilitazione permanente: i rappresentanti istituzionali del territorio hanno annunciato di essere pronti a mettere in campo ogni azione necessaria per difendere il diritto all’assistenza sanitaria e la sicurezza dei cittadini.

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