Ercolano, scambiò due ventenni per ladri e li uccise: ergastolo definitivo per Vincenzo Palumbo

di Redazione

È definitiva la condanna all’ergastolo per Vincenzo Palumbo, 57 anni, il camionista di Ercolano (Napoli) che, nella notte tra il 28 e il 29 ottobre 2021, uccise a colpi di pistola Tullio Pagliaro e Giuseppe Fusella, due ventenni di Portici, incensurati, scambiandoli per ladri mentre erano in auto davanti alla sua abitazione. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso presentato dalla difesa, chiudendo così l’iter giudiziario con la conferma del verdetto: omicidio volontario plurimo.

La tragica vicenda si consumò in via Marsiglia, nel quartiere San Vito di Ercolano, intorno all’una e trenta del mattino. Una zona periferica e scarsamente illuminata, dove Pagliaro, fioraio al mercato dei fiori di Ercolano, e Fusella, studente universitario di Economia, si erano fermati con l’auto dopo aver trascorso la serata con amici a vedere la partita del Napoli. In quell’istante, Palumbo, armato di una pistola legalmente detenuta, esplose sei colpi contro la vettura. Due proiettili colpirono alla testa i ragazzi, uccidendoli sul colpo. I proiettili attraversarono il parabrezza e la vettura, ormai senza controllo, continuò la sua corsa fino a schiantarsi contro un muretto a pochi metri da un ristorante della zona. Uno dei ragazzi fu trovato all’interno dell’abitacolo, l’altro sbalzato fuori dal veicolo, già privo di vita.

A chiamare i carabinieri fu lo stesso Palumbo, che raccontò di aver sparato “a due ladri” davanti alla propria villetta. Ai militari della compagnia di Torre Annunziata spiegò di aver agito in preda alla paura, poiché qualche settimana prima era stato vittima di una rapina d’auto mentre era con la moglie e la figlia. Episodio che, a suo dire, lo aveva profondamente segnato. Aggiunse inoltre di essere preoccupato per i frequenti furti avvenuti nel quartiere.

Il primo giudizio della Corte di Assise di Napoli arrivò il 16 marzo 2023: ergastolo. Sentenza confermata in appello il 17 ottobre 2024 dalla Corte di Appello partenopea, e ora ratificata anche dalla Suprema Corte. Le famiglie delle vittime, distrutte dal dolore, sono state assistite nel lungo iter processuale dagli avvocati Maurizio Capozzo e Gennaro Bartolino.

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