Dietro la promessa di un lavoro come attrice in video promozionali, si celava una trappola costruita con astuzia e crudeltà. Un medico radiologo in pensione di 71 anni e un complice di 42, entrambi residenti a Milano, sono stati posti agli arresti domiciliari con l’accusa di violenza sessuale di gruppo. Le indagini, condotte dai carabinieri, hanno fatto luce su un sistema di adescamento che andava avanti almeno dal 2016.
Il meccanismo era collaudato: falsi annunci online offrivano compensi per partecipare a campagne pubblicitarie di una presunta struttura sanitaria, la “Centro Clinica Italia”, che in realtà non è mai esistita. Alle ragazze che rispondevano venivano promesse visite preliminari, ma l’incontro si trasformava in un incubo: abusi sessuali mascherati da controlli medici, con tanto di registrazioni video.
Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, almeno 135 giovani donne sono finite nella rete degli adescamenti. Di queste, sei si sarebbero sottoposte a finte visite durante le quali si sarebbero consumate le violenze. Per almeno tre, gli incontri si sarebbero ripetuti nel tempo. In alcuni casi, le ragazze hanno intuito in tempo la vera natura dell’appuntamento e si sono rifiutate di proseguire. In altri, le comunicazioni si sono interrotte dopo i primi contatti via email, ma gli inquirenti non escludono che si siano spostate su altri canali.
Il teatro degli abusi era un appartamento preso in affitto nel centro di Milano, allestito come fosse una clinica vera e propria. Lì il medico, fingendosi ginecologo in attività, e il suo complice, che si occupava delle riprese, mettevano in scena le “visite”. Per aumentare l’inganno, si presentavano con identità femminili nelle email di contatto e rassicuravano le vittime scrivendo che sarebbero state seguite da dottoresse.
Il castello di menzogne è crollato dopo la denuncia di una ragazza nel giugno 2024. Da lì sono scattate perquisizioni e sequestri, durante i quali sono stati trovati numerosi video di contenuto pornografico, compreso quello che documenta la violenza denunciata. Il materiale informatico è ora al vaglio degli investigatori.
Nel provvedimento firmato dal giudice emerge una condotta “seriale”, portata avanti per anni con metodo e premeditazione. I due uomini avrebbero anche frequentato abitualmente chat a contenuto erotico, alimentando così un contesto degradato e consapevolmente organizzato per compiere abusi.