Ucraina-Russia, Stati Uniti si defilano da ruolo di mediatore. Trump valuta sanzioni anti Putin e riprende invio armi a Kiev

di Redazione

Gli Stati Uniti si ritirano ufficialmente dal ruolo di mediatori nei negoziati di pace tra Ucraina e Russia, dopo il rifiuto di Vladimir Putin di firmare un cessate il fuoco. È quanto riportato dal Telegraph, secondo cui il Dipartimento di Stato americano ha comunicato l’intenzione di abbandonare le missioni diplomatiche “volanti” in favore di un approccio più concreto: spetterà ora a Kiev e Mosca formulare proposte dirette per arrivare a una soluzione negoziata del conflitto.

Nel frattempo, l’amministrazione Trump si prepara a stringere ulteriormente la morsa economica su Mosca. Secondo quanto rivelato da Bloomberg, fonti vicine ai vertici della Casa Bianca riferiscono che il presidente sta valutando nuove misure punitive, tra cui l’imposizione di dazi fino al 500% verso i Paesi che importano energia (petrolio, gas o uranio) dalla Russia, oltre a un rafforzamento delle sanzioni contro il sistema bancario russo. Nessuna decisione ufficiale è stata ancora presa, ma le opzioni sono sul tavolo.

Parallelamente, prende forma il primo segnale tangibile della rinnovata alleanza tra Washington e Kiev: Trump avrebbe firmato il primo pacchetto di consegne militari verso l’Ucraina da quando è tornato alla guida della Casa Bianca. Secondo il Kyiv Post, la Casa Bianca ha notificato al Congresso l’intenzione di autorizzare esportazioni per la difesa tramite vendite commerciali dirette, per un valore complessivo di 50 milioni di dollari. Una svolta che arriva a pochi giorni dalla sospensione degli aiuti militari ufficiali, e che segna un cambio di rotta nelle modalità di supporto a Kiev.

Nel contesto di questo riassestamento strategico, un altro elemento chiave si è aggiunto alla cooperazione bilaterale: l’accordo sulle terre rare siglato tra Ucraina e Stati Uniti, accolto con favore dal presidente Volodymyr Zelensky. “È un’intesa equa, il primo risultato concreto dell’incontro in Vaticano. Attendiamo con fiducia gli altri esiti di quel dialogo”, ha commentato il leader ucraino.

Il governo di Denys Šmyhal ha già trasmesso alla Verchovna Rada – il parlamento di Kiev – il testo dell’accordo che prevede la creazione di un fondo d’investimento pluridecennale per lo sviluppo delle risorse naturali ucraine. Il piano, ancora in attesa di ratifica, rappresenta un tassello strategico per la ricostruzione postbellica e il rilancio economico del Paese. I diritti sulle risorse del sottosuolo resteranno saldamente in mani ucraine, ma il fondo potrà essere alimentato da capitali statunitensi, anche tramite strumenti con valenza militare, come i sistemi di difesa aerea.

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