FRIGNANO. Il dottor Lucio Santarpia non è solo medico e sindaco di Frignano, oltre ad essere docente universitario, è anche cultore di storia della medicina e, di tanto in tanto, si diverte a fare luce sulle figure importanti della medicina nellagro aversano.
Lo aveva già fatto, nel recente passato, con Luca Tozzi, ora si è ripetuto con Francesco Serao, del quale ha anche scoperto la tomba restaurandola a proprie spese. Di seguito riportiamo la vita dellillustre medico sanciprianese come descritta dallo stesso Santarpia.
Francesco Serao, medico di fama europea nacque a San Cipriano d’Aversa il 20/09/1702 da Paolo e Ippolito Forno. Compì gli studi primari presso il seminario vescovile di Aversa. All’età di 12 anni fu mandato a Napoli a cura dello zio materno don Antonio Forno, parroco, per proseguire gli studi presso la scuola dei Gesuiti. Fece ritorno al paese natio per l’improvvisa morte del padre e dopo qualche tempo ritornò a Napoli per riprendere gli studi letterari approfondendo la lingua greca e latina. Si scrisse alla Facoltà di Medicina presso l’Università di Napoli, dedicandosi agli studi di fisiologia, botanica, chimica, e farmaceutica.
Seguì i corsi delle lezioni dei più grandi maestri dell’epoca quali lo storico Pietro Giannone (1676-1748), il filosofo Gianbattista Vico (1668-1744), il giurista Nicola Capasso (1671-1745) indottrinandosi anche in filosofia e matematica e gli illustri professori di Medicina quali Lucantonio Porzio (1639-1723), Luca Tozzi di Frignano Maggiore (1638-1717) e Niccolò Cirillo (1671-1734). Si laureò in Medicina a 18 anni. Per il conferimento della laurea fu necessaria una dispensa speciale “grazia speciale“, in quanto la legge dell’epoca stabiliva che l’età minima per laurearsi era di 21 anni.
Dopo la laurea divenne l’allievo prediletto di Niccolò Cirillo che a sua volta fu allievo di Luca Tozzi di Frignano. Nel 1722 a 20 anni vinse il concorso a cattedra di Medicina teorica ma non ebbe l’incarico per la sua giovane età. Nel 1723 vinse per concorso la cattedra di Anatomia e l’anno successivo quella di Medicina teorica. Nel 1743 sempre per concorso ottenne la cattedra di Medicina pratica e nel 1753 salì alla prima cattedra della stessa disciplina assegnatagli all’unanimità. Medico conosciuto per la sua fama in Italia e all’estero aveva rapporti d’amicizia e di studi con i più grandi medici-ricercatori dell’epoca fra cui il Morgagni. La sua cultura era immensa. Fu il caposcuola del nuovo corso della scienza medica, il precursore della medicina sperimentale che a differenza dei “sistematici” pose come fondamento la sperimentazione e l’attenta osservazione clinica. Dedicava molto tempo ai suoi pazienti soffermandosi molto sull’esame obiettivo e sul decorso della malattia. Fece parte dell’Accademia delle scienze di Parigi, dell’Accademia di Londra, di quella benedettina di Bologna e dei più rinomati consessi scientifici e letterari d’Europa.
Fu iscritto “Honoris causa” alle prime Università d’Europa. Il Morgagni lo definì “la gloria della scienza napoletana” lo Zanotti “il più grande medico del mondo“. L’illustre medico inglese Pringle curava gli ammalati di tubercolosi utilizzando i metodi del Serao. Era il medico più richiesto dagli stranieri che soggiornvano a Napoli. Venivano da tutte le parti del mondo per consultarlo finanche dalla Cina. Il celebre medico viennese Van Swieten consigliò a Maria Teresa d’Austria, che doveva venire a Napoli per sposare Ferdinando IV di Borbone, di non portarsi da Vienna un medico ma di affidarsi con tranquillità in caso di bisogno al Serao. Ebbe così la nomina di medico ordinario di Corte e di protomedico generale del regno delle due Sicilie. Veniva anche chiamato per consulti sulle programmazioni ed organizzazioni sanitarie.
Quando a Parigi i professori di Chirurgia e quelli di Medicina, allora divisi in due categorie, entrarono in conflitto di competenze, il decano di Medicina di Parigi, sul consiglio del re affidò l’incarico al Serao per dirimere la controversia. La risposta di questi fu ritenuta giusta e condivisa dalle parti ponendo fine alla lunga lite tra i chirurghi e i medici francesi. Fu autore di una vasta produzione di lavori scientifici scritti in gran parte in latino.
Tra le sue opere vanno ricordate:
-
Vita Nicolai Cirilli (1738) in onore del suo maestro
-
Lezioni accademiche sulla tarantola (1742)
-
Osservazioni su un fenomeno manifestatosi nell’aprire un cingliale ucciso dal re. Descrisse in tale lavoro le cisti di echinococco allora sconosciute.
-
Descrizione dell’elefante e considerazioni fatte su un leone. Il Serao con questi saggi contribuì enormemente al progresso dell’anatomia comparata e della zoologia.
-
De suffocatis ad vitam revocandis (1775) cioè sul modo di far rinvenire gli annegati. Il Serao descrisse gli interventi per soccorrere gli annegati ed ipotizzò che la morte fosse riconducibile a soffocamento.
-
Consilia medica
-
Epistula ad Ioannonem Brunum sulla peste.
-
De Castrensibus morbis, opera del noto trattato medico di Pringle tradotto dall’inglese in latino dal Serao sulle malattie contratte nelle armate.
-
Storia dell’incendio del Vesuvio, con tale opera sull’eruzione del Vesuvio, avvenuta nel maggio 1737, scritta in italiano e latino e tradotta in francese e inglese il Serao eleva a dignità di scienza la Vulcanologia.
Fu valente letterato e profondo conoscitore della lingua greca, latina, inglese e francese. Scrisse padre Cirillo Caterino che “di fronte a due orazioni pronunciate dal Serao in latino, per l’inaugurazione dell’anno accademico nell’Università di Napoli, impallidiscono le prolusioni analoghe di Giambattista Vico”. Suoi allievi famosi furono Domenico Cirillo, Domenico Cotugno, Francesco Dolce, Antonio Sementini, Antonio Villari, Michele Troia, artefici dell’evoluzione e del progresso della medicina in Italia e all’estero. Sposò a 54 anni Nicoletta Zaccarelli, vedova del cugino Bernardo da cui ebbe una figlia, Ippolita. Morì il 05/08/1783 a 81 anni. Il famoso professore francese di anatomia Vicq d’Azir pronunciò a Parigi l’elogio funebre all’Accademia delle Scienze. Il suo corpo fu sepolto in una cappella della chiesa di Montevergine detta Monteverginella. Sulla lapide che copre il sepolcro si può leggere l’elogio alla memoria.
Molte monografie sono state scritte tra cui ricordiamo la prima scritta in latino dal vescovo di Larino, Raffele Lupoli e quella del professore Pascarella ordinario di storia della medicina dell’Università di Pavia. I suoi discendenti risiedono in San Cipriano e nei paesi limitrofi soprattutto in Frignano. Amato e stimato da illustre personalità del settecento e ora quasi dimenticato o sconosciuto ai suoi conterranei.