Torino, permesso provvisorio per l’imam Mohamed Shahin: è scontro politico

di Redazione

L’imam Mohamed Shahin, detenuto nel Centro di permanenza per i rimpatri di Caltanissetta, è tornato in libertà: lo ha stabilito la Corte d’Appello di Torino. All’uomo, già al centro di polemiche per alcune dichiarazioni ritenute giustificative dell’attacco terroristico del 7 ottobre da parte di Hamas, è stato consegnato un permesso di soggiorno provvisorio emesso dalla Questura nissena.

Il provvedimento – La decisione dei giudici arriva nonostante un’espulsione firmata dal ministro Matteo Piantedosi per motivi legati alla sicurezza nazionale, elemento che ha immediatamente acceso il confronto politico.

La reazione di Fratelli d’Italia – “La decisione della Corte d’Appello di Torino di liberare l’imam Mohamed Shahin, nonostante un’espulsione firmata dal ministro Piantedosi per motivi legati alla sicurezza nazionale, rappresenta l’ennesimo schiaffo allo Stato e a chi ogni giorno lavora per proteggerlo”, ha dichiarato il capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, Galeazzo Bignami. “Una decisione grave e incomprensibile riguardo una persona che ha giustificato il violento attacco terroristico del 7 ottobre e che di fatto vanifica il grande lavoro fatto dalle nostre forze dell’ordine e dal Viminale, rimettendo in circolazione un soggetto ritenuto pericoloso, e addirittura accogliendo la linea difensiva dell’imam”, ha aggiunto. “Questa vicenda suona come l’ennesima conferma del livello di politicizzazione di una parte della nostra magistratura, al punto da mettere a rischio la stessa sicurezza dei cittadini”, ha detto ancora. “Una scelta irresponsabile che arriva il giorno dopo il massacro in Australia e in un momento particolarmente delicato per l’ordine pubblico, a causa proprio della violenza e dalla propaganda integralista e pro-Pal nelle piazze. Per quanto ci riguarda per Fratelli d’Italia la sicurezza rappresenta la priorità e continueremo a denunciare chi, come l’imam Shahin, vuole soltanto fomentare un clima di odio”.

La replica di Avs – Di avviso opposto Nicola Fratoianni: “Non passa settimana che il ministro Piantedosi non becchi un sonoro ceffone da qualche tribunale del nostro Paese. Oggi – prosegue il deputato di Avs – succede con la vicenda dell’Imam di Torino, rinchiuso illegalmente in un Cpr. È quello che accade a chi non tiene conto delle leggi, che ad esempio libera i torturatori e i trafficanti libici e regala altre motovedette (come sta accadendo in questi giorni) alle milizie di quel Paese, e che su ogni vicenda sulle politiche migratorie o sulla tragedia mediorientale costruisce una narrazione falsa e ideologizzata”.

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