Un patrimonio costruito nell’ombra, cresciuto senza un corrispettivo nei redditi dichiarati. È su questa frattura che si fonda il decreto di sequestro finalizzato alla confisca eseguito dai poliziotti della questura di Foggia e dai militari della guardia di finanza di Bari nei confronti di un noto esponente della malavita di Cerignola, già condannato per assalti a portavalori e colpi ai danni di istituti di credito. Il provvedimento rappresenta l’epilogo di una lunga e articolata indagine economico-patrimoniale, mirata a ricostruire il profilo di pericolosità sociale dell’uomo e a individuare beni e risorse finanziarie riconducibili a lui e al suo nucleo familiare.
Il profilo criminale – Il destinatario del sequestro vanta un curriculum criminale esteso dal 1995 al 2018 ed è ritenuto soggetto di elevata pericolosità sociale. Tra i precedenti più significativi figura una latitanza durata oltre un anno, conclusa nel 2016 con l’arresto in un casolare ad opera degli agenti del Servizio centrale operativo e della squadra mobile di Foggia. In quella circostanza l’uomo doveva scontare una condanna definitiva a 17 anni di reclusione.
Le indagini patrimoniali – Gli accertamenti, condotti dalla divisione anticrimine della questura di Foggia e dai finanzieri di Bari, hanno coperto un arco temporale compreso tra il 2011 e il 2024. L’analisi di contratti di compravendita, atti pubblici e flussi bancari ha fatto emergere una marcata sproporzione tra i redditi ufficialmente dichiarati e l’incremento patrimoniale registrato nel tempo, esteso anche ai familiari.
I beni sotto sequestro – Nel mirino degli investigatori sono finiti uno dei più rinomati saloni da parrucchiere di Cerignola, una nota palestra di boxe, quote sociali di un bar tabaccheria e diversi rapporti finanziari intestati al proposto, ai suoi congiunti e alle attività economiche a loro riconducibili. Il valore complessivo dei beni sottoposti a sequestro è stimato in circa 600mila euro. IN ALTO IL VIDEO

