La frenata della Lega costringe il Governo a riscrivere la manovra 2026. Nel nuovo emendamento depositato in Commissione Bilancio al Senato spariscono le norme più controverse su pensioni e Tfr, saltano le risorse per Transizione 4.0 e per il Piano Casa, mentre restano alcune misure chiave sul fronte industriale e della difesa. Il testo, riformulato più volte, dovrebbe essere chiuso in giornata per approdare in Aula a Palazzo Madama lunedì, secondo il calendario.
Cosa cambia nella nuova manovra – Ripartono i lavori della Commissione Bilancio con un impianto profondamente rivisto. Nella nuova versione dell’emendamento del Governo cambia la ritenuta d’acconto per le imprese: l’anticipo della misura viene fissato al 2028 con un’aliquota ridotta allo 0,5 per cento, che salirà all’1 per cento dal 2029. Il gettito stimato è pari a 734,5 milioni di euro, destinati a salire a 1 miliardo e 469 milioni di euro a decorrere dal 2029.
Pensioni e Tfr cancellati – Escono dal testo tutte le disposizioni sulle pensioni: niente allungamento delle finestre, niente riscatto della laurea. Spariscono anche le novità sul Tfr, a partire dall’estensione dell’obbligo di versamento al Fondo per le imprese che superano i 50 dipendenti dopo l’avvio dell’attività e dall’adesione automatica alla previdenza complementare per i neoassunti.
Addio a Transizione 4.0 e al Piano Casa – Nel nuovo emendamento vengono cancellati anche i 1,3 miliardi di euro previsti nella versione originaria per rifinanziare Transizione 4.0, i cui fondi risultano esauriti. Saltano inoltre i 150 milioni di euro attesi per il piano Casa nel 2026. La riformulazione del Governo autorizza una spesa di 50 milioni nel 2027 e altri 50 milioni nel 2028, contro i 150 milioni previsti nel 2026 e altrettanti l’anno successivo nella prima stesura. Lo stanziamento per il prossimo anno dovrebbe confluire in un nuovo decreto da varare entro la fine del 2025.
Oro di Bankitalia e difesa – Via libera, invece, all’emendamento proposto da Fratelli d’Italia che attribuisce la proprietà delle riserve auree conservate da Banca d’Italia al popolo italiano. A darne notizia è il senatore della Lega e relatore del disegno di legge di Bilancio, Claudio Borghi, che parla di “un momento molto importante” e aggiunge: “Si chiude una mia battaglia di 11 anni. Penso che sia una delle cose più importanti fatte in questa manovra: riaffermare il principio ci riporta alla normalità, messa in pericolo da pretese sul nostro oro da parte dei più disparati soggetti”.
Approvato anche l’emendamento riformulato dal Governo che affida ai ministeri della Difesa e delle Infrastrutture il compito di individuare, tramite decreti, “attività, aree e relative opere e progetti infrastrutturali per la realizzazione, l’ampliamento, la conversione, la gestione, lo sviluppo delle capacità industriali della difesa”. Una norma che accorpa tre proposte della maggioranza e che punta, secondo il testo, a “tutelare gli interessi essenziali della sicurezza dello Stato e a rafforzare le capacità industriali della difesa riferite alla produzione e al commercio di armi, di materiale bellico e sistemi d’arma”.
Maggioranza divisa, Lega rivendica – Le tensioni nella maggioranza sembrano attenuarsi ma non del tutto risolte. Il ministro per i Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani, a margine dei lavori, frena: “Aspettiamo l’ultima parola per dire che è tutto risolto. Meglio aspettare la fine quando è suonato il gong”. Per la Lega, invece, la riformulazione è una vittoria politica. Claudio Borghi rivendica il risultato dopo lo stralcio delle norme su riscatto della laurea e finestre mobili: “Forse in passato degli atteggiamenti generosi, magari, di accondiscendenza per ottenere armonia nelle coalizioni sono stati fraintesi per mollezza. Spero che adesso sia chiaro che la Lega se dice no è no, e che non tollereremo nessun aumento dell’età pensionabile. Il discorso è chiuso, adesso, l’anno prossimo, fra due anni”. Sulla stessa linea il capogruppo del Carroccio a Palazzo Madama, Massimiliano Romeo, secondo cui “anche il ministro Giorgetti era d’accordo sul fatto che quel tipo di coperture si potessero trovare in maniera alternativa e non intervenendo sulle finestre”. Romeo parla di un “braccio di ferro” con Ragioneria e uffici tecnici, risolto alleggerendo l’emendamento per evitare ulteriori tensioni.
Le critiche dell’opposizione – Duro l’attacco di Matteo Renzi, che nella sua enews scrive: “Penso davvero che Meloni e Salvini dovrebbero essere ‘spernacchiati’ a vita. Nel frattempo, comunque finisca la telenovela emendamento, Giorgetti ha perso la faccia”. Ancora più netto Giuseppe Conte, che sui social parla di “ennesimo circo di una Manovra evanescente, impalpabile”. Il leader del Movimento 5 Stelle accusa il Governo di aver tentato fino all’ultimo di intervenire sulle pensioni e di aver cancellato gli investimenti per le imprese: “Hanno presentato una Manovra senza un piano industriale, senza un piano sanitario, senza un progetto sociale. Niente di niente. E ora sono a pezzi, litigano tra loro e anche all’interno dei singoli partiti”. E conclude: “L’unica cosa che procede spedita è la corsa al riarmo. Su lavoro, imprese, pensioni e crescita solo improvvisazione e propaganda. Che rabbia!”.

